ARTE, pittura. Ilhame Kifaoui, il ritratto della bellezza che il maestro Franco Azzinari dedica alla sua terra di origine

Dal Nord America dove il maestro trascorre gran parte della sua vita. Il grande progetto pittorico del ritrattista di Gabriel Garcia Marquez e Fidel Castro: una grande rassegna pittorica internazionale fatta di ritratti famosi, personaggi della storia contemporanea che l’artista ha incontrato nel corso degli ultimi anni

di Rosario Sprovieri – “I Grandi ritratti di Franco Azzinari”, dal Nord America dove il maestro Franco Azzinari trascorre gran parte della sua vita, ci giunge notizia del grande progetto pittorico dell’artista che è stato il ritrattista storico di Gabriel Garcia Marquez e Fidel Castro: una grande rassegna pittorica internazionale fatta di ritratti famosi, sono personaggi importanti della storia contemporanea che l’artista ha incontrato nel corso di questi ultimi 50 anni di vita.

Chi meglio dell’artista può individuare e raffigurare la bellezza? All’occhio del pittore, già dall’arte rinascimentale è riconosciuta la capacità di una straordinaria visione, più complessa della semplice rappresentazione di tipo fotografico; un occhio capace di penetrare il pensiero sino alle corde dell’anima, oltre alla sessualità e all’aspetto fisico di una persona. L’arte e l’artista, capace hanno portato a compimento gallerie di immagini fatte di perfezione assoluta.

Dalle loro mani sono nate opere “fisicamente derivate” dalla sommatoria dalle proprie conoscenze, dalle cognizioni scientifiche, dalle stesse ambizioni, dalle capacità di “fare l’arte”. Nelle loro fucine sono nate opere uniche, sempre migliori e coinvolgenti; non solamente “belle da vedere”, ma frammenti, “istantanee del tempo” parlanti, a cui, oltre ad avvicinare gli occhi, bisogna accostare il cuore.

La conoscenza, la curiosità e la voglia di strofinare il proprio cervello fra le culture e i popoli del mondo, ha portato il maestro Franco Azzinari ad affinare tecniche, luci e magie del suo talento pittorico; lo ha fatto per anni – con risultati strabilianti – viaggiando da un capo all’atro del mondo, immortalando capi di

stato, i grandi uomini della cultura contemporanea, ma anche i marinai di Cuba, la gente comune, gli indios dell’Amazzonia, le popolazioni dell’africa e dei paesi dell’Est. In uno dei suoi amati ritorni in Calabria, la terra d’origine, il maestro incontra la bellissima “Ilhame Kifaoui”, manager del mondo della sanità privata, titolare della una struttura sanitaria d’eccellenza nel territorio di San Sosti, una delle piccole comunità della Valle dell’Esaro, in provincia di Cosenza.

“Ilhame Kifaoui”, viene dal Marocco, dove poco tempo addietro, era stata insignita del titolo di “miss Marocco”; a riconoscimento della sua straordinaria bellezza. Ilhame è inserita benissimo nel contesto cittadino, che ne apprezza la sua professionalità, la sua dedizione, la bontà e la pazienza, per tutte le cure che dedica ai calabresi ricoverati presso la sua “vera casa famiglia”.

Ella, è portatrice e per questo interprete vivente, di quello che la cultura marocchina tradizionale, da secoli continua a considerare le terre di rimpetto, al di la delle acque del Mediterraneo, come “il paese amico”.

Ilhame, oggi ha scelto la riservatezza e il lavoro, di fatto rinunciando al bel mondo e ad ogni sorta di comunicazione relativa alla sua bellezza di donna. Questo non può però offuscare la sua beltà. “Essere belli come un fiore nel deserto” è una espressione usata, proprio per sottolineare la rarità e la singolarità della bellezza dei fiori e delle rose del Sahara, della magia di quella terra della valle delle Rose, la valle di El-Kelaa’ N’Gouma, a due passi dal grande mare di sabbia; Ilhame con il suo splendore ne incarna l’unicità dei colori più caldi che impressionano il cuore.

Al solo indirizzarle lo sguardo, passano immagini lussureggianti, una vera gioia per gli occhi, ecco l’ocra degli avamposti abitati della sua terra natìa, ecco il colore dei mille petali delle rose più belle, poi il bianco, il bruno, il giallo, l’arancio, il rosso, il blu e il viola; sino al caramello che è il colore da il tono più bello ai suoi occhi, profondi più del mare.

Ecco, allora, il soffio caldo del “Chergui” che risale ancora con una ricca eco di mille e mille voci, nella scia delle folate del vento sussurrano piano, un antico canto popolare d’amore sembra il “Ya bent blade”, è un coro quello che narra l’antica legenda della valle del Dadès, quella del profeta Muhammad, che prese una rosa, la baciò, se la premette sugli occhi e disse: “La rosa è una parte della gloria di Dio”.

Noi non sappiamo se le rilucenze e i colori del viso di Ilhame siano il frutto del segreto della bellezza delle donne arabe, dovuto in parte all’olio di Argan e, anche ai profumi e all’acqua delle rose di El-Kelaa’ N’Gouma; questo è sicuramente un nodo inesplicabile ai più, una miscela intrigante e sconosciuta. Una sfida ulteriore, sul cammino verso la conoscenza della bellezza che sicuramente, il maestro Franco Azzinari farà sua.

E’ un vero invito per ri-mettere alla prova le sue capacità e il suo sconfinato pathos per districare “la matassa”, per individuare, fra le mescolanze più difficili e rare, la le miscele e le alchimie della sua arte pittorica, i,colori più idonei per rendere omaggio alla bellezza di questa donna straordinaria e unica.

L’amore mio mi chiede

“Qual è la differenza

Tra me e il cielo?”

La differenza è

Che se tu ridi, amore mio,

io dimentico il cielo.

(Nizar Qabbani)

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