Amy Coney Barrett, un giudice della Settima corte d’appello di cui fanno parte gli Stati di Indiana, Illinois e Wisconsin, è considerata una delle principali candidate per sostituire la giudice “liberal” Ruth Bader Ginsburg (nella foto), scomparsa venerdì scorso a 87 anni. La Barrett ha avuto per mentore, lo scomparso giudice conservatore Antonin Scalia e sarebbe la terza nomina di Donald Trump alla Corte Suprema.
TRUMP: “GINSBURG ERA UNA DONNA STRAORDINARIA”
Dopo aver appreso della morte di Ginsburg, pochi istanti dopo essere sceso dal palco a un evento della campagna in Minnesota, il presidente Trump ha detto: “Anche se spesso non ero d’accordo con le sue idee, era una donna straordinaria che ha condotto una vita straordinaria. La notizia della sua morte mi rattrista”. La Ginsburg era una paladina dei diritti delle donne e le sue battaglie nella Corte Suprema erano rivolte a rimuovere le discriminazioni di genere.
LA CORTE POTREBBE DECIDERE LE PRESIDENZIALI
Se i ritardi nel conto dei voti alle elezioni del 3 novembre e le controversie per il voto postale dovuto al Covid-19 portassero a un risultato controverso, le presidenziali potrebbero finire al vaglio della Corte Suprema, proprio come nella sentenza del 2000 a favore del repubblicano George W. Bush. La Corte Suprema oggi è composta da otto giudici e dunque potrebbe spaccarsi a metà, senza poter deliberare.
I REPUBBLICANI VOGLIONO LA NOMINA AL PIU’ PRESTO
La delicatezza della situazione crea un ulteriore motivo di urgenza per Trump e Mitch McConnell, capogruppo repubblicano al Senato. Il giudice, infatti, viene nominato dal presidente con il consenso del Senato, nel quale il partito repubblicano vanta una maggioranza di 53 senatori contro i 47 del partito democratico.
TRE SENATORI DISSIDENTI POTREBBERO PROVOCARE UNO STALLO
Venerdì sera McConnell ha affermato che i repubblicani sono pronti a sostenere il candidato di Trump per sostituire la Ginsburg. Successivamente tre senatori del Gop, hanno dichiarato che si sarebbero opposti al voto per un nuovo giudice della Corte Suprema prima delle elezioni di novembre e ciò potrebbe provocare uno stallo nella nomina presidenziale.