AFRICA, Mali. Verso un governo di transizione

I militari hanno accettato la formazione di un esecutivo che resterà in carica diciotto mesi

La notizia è di ieri: a Bamako la giunta militare che ha assunto il potere a seguito di del colpo di stato dello scorso 18 agosto ha accettato la costituzione di un governo di transizione.

L’esecutivo guiderà il Paese africano per un anno e mezzo, conducendolo allo svolgimento di nuove elezioni.

L’accordo tra gli ufficiali delle forze armate maliane, i partiti politici e le organizzazioni della società civile è stato raggiunto dopo tre giorni di trattative.

Al riguardo Moussa Camara, portavoce della giunta militare, ha dichiarato «che il governo di transizione potrebbe essere guidato da un militare come da un civile».

Il recente colpo di stato aveva posto fine alla presidenza di Ibrahim Boubacar Keita, in carica dal 2013, personalità la cui popolarità era  negli notevolmente declinata negli ultimi anni a causa della sua manifesta incapacità di garantire la sicurezza – il nord del Paese è sostanzialmente sotto il controllo dei vari gruppi islamisti armati, rimarcando la sostanziale divisione tra Bamako e Timbuktou – , di migliorare la situazione economica e, financo, di contrastare il diffuso fenomeno della corruzione, come aveva assicurato nel corso delle sue precedenti campagne elettorali.

La scorsa settimana Keita, che ha settantacinque anni, era stato costretto a lasciare il proprio paese allo scopo di ricevere cure mediche specialistiche negli Emirati Arabi Uniti, probabilmente – ma la notizia non è del tutto confermata – colpito da un infarto.

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