È uscito in questi giorni “Il Jazz Italiano in Epoca Covid” (GG ed.), terzo libro di interviste firmato dallo storico giornalista di Jazz Gerlando Gatto, dopo “Gente di Jazz (2017, due ristampe) e “L’altra metà del Jazz” (2018), pubblicati entrambi per i tipi di KappaVu Edizioni/Euritmica.
Si tratta di un instant book che raccoglie, attraverso quarantuno interviste, pensieri, speranze, progetti, consigli di ascolto ma anche paure e preoccupazioni di musicisti e musiciste del Jazz italiano, immortalati in un periodo compreso tra marzo e maggio 2020 durante il lockdown imposto dalle misure di contenimento della pandemia da Covid-19.
Tra gli artisti intervistati ci sono Maria Pia De Vito, Paolo Fresu, Enrico Intra, Enrico Rava, Franco D’Andrea, Rita Marcotulli, solo per citare alcuni di essi, tutti personaggi di riferimento del jazz nazionale, che compaiono nel volume.
Per l’ideazione e la realizzazione dell’opera, Gatto si è avvalso della collaborazione della giornalista musicale Marina Tuni, che ha anche raccolto alcune delle interviste assieme a Daniela Floris (entrambe autrici sul portale nazionale da lui diretto: “A Proposito di Jazz”). Il libro contiene la prefazione di Massimo Giuseppe Bianchi, pianista, compositore e profondo conoscitore della musica del Novecento, che ben delinea lo spirito della pubblicazione: «In questi mesi di pausa forzata i palcoscenici hanno taciuto.
Non hanno taciuto però gli strumenti, né le matite cessato di grattar la punta sui pentagrammi. Le idee arpeggiavano sulle corde dei progetti, quantunque ombreggiati dalle preoccupazioni figlie di un tempo calamitoso.
Non sono mancati i mille concerti in streaming da casa, eventi coatti che il violinista Uto Ughi, in un’intervista al quotidiano “La Stampa” ha definito «figli della disperazione del tempo che viviamo».
Gerlando Gatto ha pensato di animare questo sfondo plumbeo, spezzando l’incantesimo malvagio con una quarantina di interviste ad altrettanti musicisti. Ha provato ad andare oltre l’analisi stilistica della loro produzione, disciplina per cui l’acuminato giornalista siciliano si distingue nel panorama italiano in tanti anni di acuta e rispettata militanza nella critica. Ha provato e ci è riuscito. Egli comprende, infatti, e ama la musica, rispetta i musicisti e da loro è rispettato nonché, come da qui traspare, riconosciuto quale interlocutore credibile.
Ha congegnato una griglia di domande semplice e uniforme quanto variegata al suo interno. Ha voluto, credo, fare quello che un critico non ha tempo o voglia di fare: comunicare direttamente con la persona, abbracciarla. Da poche risposte vien fuori, allora, molto: il privato, lo stato dell’arte, la musica propria e quella altrui, uno sguardo sulla società italiana, ironie, aneddoti e ricordi. Il gioco ha funzionato e tutti hanno vinto».
Gatto, instancabile divulgatore della musica jazz, è anche il direttore del seguitissimo portale “A Proposito di Jazz” e ha condotto diverse trasmissioni radiofoniche e televisive nazionali dedicate a questo genere musicale; è anche tra gli estensori della “Enciclopedia del Jazz” edita da Curcio negli anni 1981-82 e dal 2007 collabora con la Casa del Jazz di Roma, per la quale ha ideato e condotto diversi cicli di guide all’ascolto.
“Il Jazz Italiano in Epoca Covid” è acquistabile online sul sito lulu.com e alle prossime presentazioni nelle librerie.