Iniziano a conoscersi i primi risultati del ricorso all’app denominata “Immuni”, concepita allo scopo di monitorare la diffusione del Covid-19 attraverso il tracciamento delle persone che hanno “scaricato” sul proprio smartphone questa applicazione.
Gli aspetti positivi pervengono dalla efficacia del dispositivo, che – si afferma – ha individuato quattro focolai di coronavirus consentendone il successivo arginamento e, quindi, il blocco.
L’aspetto negativo deriva invece dalla bassa percentuale di installazioni registrata sul complesso della popolazione in possesso di telefoni cellulari compatibili.
Infatti, soltanto il 13% della popolazione, pari a poco più di cinque milioni di persone, ha scaricato l’applicazione, nonostante questa inizi a dare i primi risultati.
La diffusione dell’app ha conosciuto un rallentamento dopo un’iniziale relativa impennata dei download, quantificati in due milioni nella prima settimana di attivazione.
I dati ufficiali disponibili riportano un numero di 809 notifiche di contatto con un soggetto contagiato registrate a partire dalla metà del mese di luglio.
Attualmente, l’interesse riguardo all’app Immuni è nuovamente cresciuto nel corso delle ultime settimane, data l’impennata di casi di nuovi contagi.
L’applicazione, disponibile per Android e iOS, viene definita uno strumento di prevenzione e non di reazione, conseguentemente dal Ministro dell’Innovazione tecnologica e della Digitalizzazione e da alcuni settori del mondo scientifico ne viene esortato il ricorso da parte della popolazione al fine di evitare nuovi blocchi delle attività generalizzati (lockdown).
Allo specifico riguardo è tuttora in atto la campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, anche e soprattutto in vista della prossima riapertura delle scuole.