ECONOMIA, post-coronavirus. Ripartenza e fondi europei: il punto della situazione

Recovery Fund, Mes, Def, riforme strutturali: il commento del professor MARIO BALDASSARRI, economista, già viceministro della Repubblica e attualmente presidente del Centro Studi Economia Reale

Si discute riguardo ai possibili impieghi dei fondi erogati in ambito europeo, in particolare il Recovery Fund, aiuti che, tuttavia, saranno disponibili soltanto a partire dalla metà del 2021 è, in ogni caso, verranno erogati soltanto a fronte di una preliminare presentazione alla Commissione a Bruxelles di concreti progetti di natura economica e, inoltre, di riforma strutturale del sistema, «dunque – come ha affermato Baldassarri – non a fronte di “liste della spesa” tirate fuori dai polverosi cassetti dei ministeri».

«Purtroppo – sempre secondo il presidente del Centro Studi Economia Reale – la recente storia di questo Paese non depone eccessivamente a favore della capacità progettuale espressa, poiché negli ultimi venti anni i fondi strutturali tratti dal bilancio ordinario dell’Unione europea e destinati all’Italia, una decina di miliardi all’anno, nella migliore delle ipotesi sono poi stati utilizzati al 50%, questo per l’incapacità, manifestata in particolare dalle Regioni, di presentare a Bruxelles progetti concreti. Quindi quei soldi sono stati utilizzati poco e, non infrequentemente, pure male».

Nel corso del suo intervento, prendendo spunto dalla recente notizia della decisione assunta dal consiglio di amministrazione dell’Ama (l’azienda municipalizzata per l’ambiente di Roma) di aumentare di alcune decine di migliaia di euro all’anno le retribuzioni di alcuni suoi dirigenti apicali, Baldassarri ha fatto un esempio di impiego (o non impiego) di possibili finanziamenti europei nella raccolta e nel riciclaggio dei rifiuti solidi urbani, in una città, la capitale appunto, che vive ormai periodicamente “emergenze immondizia” e ne paga in modo oltremodo caro la rimozione e lo smaltimento.

Nel frattempo, però, resta bloccata dalla polemica ideologica – che incide fortemente sugli equilibri delle componenti politiche che formano l’attuale coalizione di governo – sul MES, che invece consentirebbe l’accesso immediato a finanziamenti, concepiti per contrastare gli effetti negativi sia diretti che indiretti della pandemia di coronavirus, quindi non soltanto il settore della salute, inteso nelle sue ampie sfaccettature, ma anche quello dell’istruzione, questo a pochi giorni dalla riapertura delle scuole in Italia.

Nel corso della trasmissione andata in onda su Radio Radicale lunedì 24 agosto – il cui audio integrale è possibile ascoltare anche su questo sito – sono stati affrontati anche altri argomenti, quali quello della polemica innescata del presidente di Confindustria Carlo Bonomi con il Governo Conte, che ha accusato l’esecutivo di non aver fatto nulla per quanto concerne le citate riforme strutturali, affermando che «il mese di agosto è andato sprecato» e che adesso «sono a rischio un milione di posti di lavoro».

Riguardo all’asserita assenza di una politica industriale, Baldassarri si è trovato concorde con il vertice di Via dell’Astronomia, aggettivando come «assurda e masochistica» la scelta del Governo, che ha annunciato la presentazione del piano nazionale di riforme per la metà del prossimo mese di  ottobre.

Secondo l’economista ospite di Radio Radicale «nel mese di agosto si sarebbe dovuto lavorare per definire, non duecentocinquanta pagine di proposte di riforma e progetti di investimento, ma dieci. Cioè, da quella lista possibile che però comprende tutto bisognerebbe avere la capacità e la responsabilità politica per decidere dieci cose da fare, indicando una per una i fondi necessari per realizzarle nei prossimi cinque anni e presentare il tutto il prima possibile, onde permettere l’avvio di un confronto e un approfondimento su di esse».

Questo perché, secondo Baldassarri, quando a settembre il Governo dovrà preparare la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (Def), quadro fondamentale della legge di bilancio dello Stato per il 2021, si dovranno possedere degli elementi chiari sui quali lavorare.

«Incorporando queste riforme – ha concluso Baldassarri – si potrà avere la capacità di proiettare nel prossimo triennio una possibile via di uscita dalla crisi sanitaria e da quella economica».

A261 – ECONOMIA, RIPARTENZA E FINANZIAMENTI EUROPEI: IMPASSE POLITICA E SCARSA CHIAREZZA SUL PIANO NAZIONALE DI RIFORME. Su questi e altri argomenti il commento del professor MARIO BALDASSARRI, economista, già viceministro della Repubblica e attualmente presidente del Centro Studi Economia Reale.

Secondo Baldassarri quella che si presenta al Paese «è un’occasione irripetibile, ma il Governo sta perdendo tempo, poiché la presentazione del piano nazionale di riforme per la metà del prossimo mese di  ottobre è una decisione assurda e masochistica».

Affrontati anche gli argomenti concernenti le asserite incapacità di natura progettuale espresse dalla classe politica e amministrativa del Paese negli ultimi decenni e l’assenza, sempre secondo Baldassarri, di una concreta politica industriale. Commentata inoltre anche la polemica col Governo Conte 2 innescata dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi.

Queste e altre considerazioni sono state svolte nel corso della trasmissione “Capire per conoscere” andata in onda su Radio Radicale il 24 agosto 2020, durante la quale l’ex viceministro dell’Economia ha risposto alle domande postegli dalla conduttrice, la giornalista Giovanna Reanda.

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