Franca Valeri ci ha lasciati, la popolare attrice, autrice e sceneggiatrice era nata a Milano nel 1920, aveva infatti da poco compiuto cento anni lo scorso 31 luglio.
Si è spenta intorno alle 7.40 nella sua casa di Roma. La camera ardente verrà allestita domani al teatro Argentina dalle ore 17:00 alle 21:00, mentre i suoi funerali si svolgeranno in forma strettamente privata. Lo ha reso noto la figlia Stefania Bonfadelli, che, riferendosi la partecipazione al cordoglio, ha aggiunto: «A chiunque voglia fare un omaggio con dei fiori, chiediamo una donazione al rifugio per cani abbandonati Franca Valeri onlus, al quale teneva tantissimo».
La Valeri si è spenta serenamente, nel sonno, circondata dall’affetto di tutta la famiglia e degli amici. «Ha conservato la sua ironia fino all’ultimo, fino a pochi giorni fa: è stata la sua chiave di vita fino alla fine», ha affermato ancora sua figlia.
Ironia e classe, una vitalità e longevità straordinarie, senza perdere il contatto col mondo e le sue trasformazioni. Franca Valeri la prima vera voce femminile autonoma della scena italiana, fin dal suo debutto nel 1948. Ma anche le icone popolari della “signorina snob” o della “sora Cecioni”, esprimendo un umorismo raffinato e una satira capaci di sedurre gli intellettuali e conquistare il pubblico più popolare. Una protagonista anche nella scrittura teatrale e nella regia per la lirica.
Nata a nel 1920 a Milano, la Valeri proveniva da una buona famiglia di origine ebraica (i padre ingegnere) e per questo subì le conseguenze delle leggi razziali fasciste, poiché venne costretta a lasciare il Liceo Parini. Ma riuscì egualmente a sostenere gli esami di maturità portando il programma di studi degli ultimi due anni di liceo da privatista in un altro istituto, dove non si accorsero della sua ebraicità da parte di padre.
Dall’immediato dopoguerra rappresentò sulla scena e gli schermi, dapprima cinematografici e poi anche televisivi, i vizi, i mutamenti, le debolezze e le virtù di una società in profonda trasformazione.
Il suo debutto risale nel 1948, mentre poco prima di compiere novanta anni scrisse ”La nostra generazione era preparata”, dove sottolineava che «la preparazione non è solo forza fisica, ed è indubbio che noi siamo più robusti dei giovani, l’esercizio è soprattutto di genere morale».
Ci mancherà, davvero.