Il 20 luglio scorso i fedeli siriani di confessione cristiano-maronita di Aleppo possono recarsi di nuovo a celebrare i riti della loro religione nella cattedrale dedicata a Sant’Elias, tempio danneggiato gravemente nel corso del conflitto, che ha visto la città cinta d’assedio per mesi.
La cattedrale è stata ricostruita grazie al contributo di vari soggetti, tra i quali l’organizzazione Aiuto alla Chiesa che Soffre, che ha donato 400.000 euro.
Il tempio è stato riconsacrato nel giorno che, secondo la tradizione cristiane, viene dedicato a Sant’Elia, figura al quale la chiesa è dedicata.
La cattedrale è stata edificata nel 1873 nel quartiere di al-Jdeydeh e durante la sanguinosa guerra civile che ha dilaniato (e tuttora dilania, seppure meno intensamente) il Paese arabo, è stata colpita più volte da granate di artiglieria.
Nel corso della cerimonia di riconsacrazione l’arcivescovo maronita Joseph Tobji ha ricordato che, con l’aumento degli attacchi non si poteva raggiungere la chiesa, cosa che divenne possibile soltanto dopo la liberazione della città. Fu a quel punto che si poterono effettuare dei sopralluoghi per stimare i danni arrecati all’edificio dalle bombe, ed emerse che i più gravi erano al soffitto, alla cupola e alle pareti.
La chiesa era rimasta chiusa per quattro anni, fino al 2016, quando dodici giorni dopo la liberazione di Aleppo dall’assedio si decise di celebrare il natale nella cattedrale.
Ora il tempio cristiano è stato riconsacrato, il tetto in legno della cattedrale è stato ripristinato al suo stato originale con l’aiuto di architetti italiani, poiché in loco mancavano competenze tecniche, come anche i materiali necessari alla ricostruzione.
La situazione in Siria permane comunque drammatica, per quanto concerne i cristiani va rilevato che durante il conflitto sono state colpite o danneggiate 120 parrocchie su 300, mentre i cattolici di Aleppo sono praticamente dimezzati nel numero, al pari del resto dei cristiani del paese, che nel 2010 erano 2,2 milioni, mentre oggi quasi un milione.
La denominazione cristiana più diffusa è quella ortodossa di Antiochia, seguita per numero dalla famiglia cattolica dei melchiti e da altre famiglie quali quelle di rito caldeo e di rito armeno, ma sono presenti anche diverse comunità protestanti.