CORRUZIONE, appalti truccati. Grandi opere e potenti cricche: confiscato il Salaria Sport Village

Il complesso era stato precedentemente acquistato dall’imprenditore Diego Anemone mediante proprie disponibilità finanziarie che, secondo le sentenze giudiziarie ormai definitive, erano frutto dei reati di evasione fiscale, riciclaggio e appropriazione indebita

Chi ha qualche anno sulle spalle e nei primi anni Ottanta viveva a Roma se lo ricorda bene quel posto, poiché molto prima che divenisse celebre per il presunto massaggio erotico del quale – secondo quanto emerse dall’inchiesta sulla «cricca degli appalti», ma l’episodio è stato sempre negato dal diretto interessato – avrebbe beneficiato Guido Bertolaso quando rivestiva l’incarico di capo della Protezione civile, era noto per essere un ottimo centro sportivo dove, per altro, si allenava la squadra del  Banco di Roma, trampolino di lancio per molti bravi calciatori che in seguito hanno approdato alle categorie superiori, militando anche in club di serie A.

Altri tempi. Ma oggi il complesso sportivo e centro benessere torna d’attualità sulle prime pagine dei giornali a causa della sua confisca a opera dello Stato. Infatti, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno eseguito il provvedimento avente a oggetto il più grande centro sportivo della capitale, in quanto precedentemente acquistato dall’imprenditore Diego Anemone mediante proprie disponibilità finanziarie che – secondo le sentenze giudiziarie ormai definitive – erano frutto dei reati di evasione fiscale, riciclaggio e appropriazione indebita.

Il provvedimento è stato assunto alla conclusione della vicenda giudiziaria nel corso della quale il Tribunale della capitale in particolare la sua Sezione misure di prevenzione) aveva disposto, su richiesta della Procura della Repubblica, il sequestro (eseguito nel maggio del 2014) e la confisca di primo grado, poi confermata dalla locale Corte di Appello e ora divenuta definitiva a seguito di pronunce della Corte di Cassazione.

Unitamente ad Angelo Balducci (ex Provveditore per le Opere pubbliche del Lazio e poi Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori pubblici) Anemone era risultato al centro delle indagini condotte sulla cosiddetta «cricca» degli appalti, cioè quel vero e proprio sistema gelatinoso» (come venne definito da alcune persone al tempo intercettate) che a partire dal 1999 per oltre un decennio, attraverso sistematiche condotte corruttive e articolati illeciti tributari diretti a camuffare l’erogazione di tangenti, aveva consentito l’assegnazione di importanti opere pubbliche, tra le quali quelle relative ai “Grandi Eventi” – Mondiali di nuoto 2009, Celebrazioni del 150º anniversario dell’Unità d’Italia, vertice G8 all’isola de La Maddalena – a un ristretto numero di imprese favorite, in primo luogo a quelle dell’imprenditore romano.

Anemone è risultato allo stesso tempo, sia corruttore di Balducci (che provvedeva ad assegnargli gli appalti), che suo socio in affari, attraverso la costituzione in comune di società utilizzate per reimpiegare gli ingenti proventi illeciti.

Tramite una di queste, la Società Sportiva Romana S.r.l., è stata portata a termine l’acquisizione del Salaria Sport Village, impianto successivamente ampliato e rinnovato.

Gli approfondimenti economico-finanziari condotti dalle Fiamme gialle del Nucleo di polizia economico-finanziaria hanno condotto all’accertamento della dinamica dei flussi finanziari impiegati per l’operazione,  derivati attraverso vari passaggi dalle imprese del gruppo Anemone, aggiudicatarie di appalti banditi da strutture dirette e/o influenzate da Balducci.

Per effetto del provvedimento di confisca lo Stato ha definitivamente acquisito l’intero capitale sociale della Società Sportiva Romana S.r.l., nonché il relativo compendio aziendale, costituito dal centro sportivo (articolato in una club house, un bar-ristorante, un centro benessere, una palestra, uffici, foresterie, spogliatoi, impianti sportivi, tra i quali due piscine olimpioniche), campi da calcio e calcetto, campi da tennis, terreni, aree verdi e parcheggi, un mega impianto  dal valore complessivo di oltre 145 milioni di euro.

Nell’ambito del procedimento giudiziario è stato inoltre accertato il difetto di buona fede di un istituto bancario (la Banca delle Marche), che aveva erogato sulla base di due mutui accesi un importo complessivo di 10.700.000 euro, disponendo pertanto la cancellazione delle ipoteche iscritte a favore dello stesso ente creditizio.

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