Di seguito pubblichiamo un’intervista con Uma Ramakrishnan, capo missione del Fondo per il Paese arabo, diffusa il 9 luglio 2020, nella quale vengono analizzate le sfide economiche che il Cairo si trova a fronteggiare – Le riforme mirano a preservare i risultati economici degli ultimi quattro anni e a promuovere misure di natura strutturale, proteggendo al contempo le fasce della popolazione maggiormente vulnerabili.
L’Egitto è stato uno dei mercati emergenti in più rapida crescita prima della pandemia, tuttavia, la crisi ha influenzato negativamente le sue prospettive, mutando l’ordine delle priorità politiche. Uma Ramakrishnan, capo missione del FMI per L’Egitto, discute le sfide sul piano economico.
Qual è l’impatto della pandemia da Covid-19 sull’economia egiziana?
UMA RAMAKRISHNAN – Al pari di altri paesi, anche l’economia egiziana viene influenzata sia dalle misure assunte al fine di contenere i contagi del virus, sia a causa dell’improvviso crollo del fatturato nel settore turistico, della caduta delle esportazioni, del calo delle rimesse degli emigrati all’estero e dalle minori entrate derivanti dai transiti per il Canale di Suez.
Inoltre, al culmine dell’acuzie globale della pandemia, durante i mesi di marzo e aprile, l’Egitto ha registrato deflussi di capitale per un ammontare di circa 16 miliardi di dollari. La combinazione di questi fattori, seppure parzialmente compensata da un calo delle importazioni dovuto alla minore domanda interna, ha esercitato una notevole pressione sulla bilancia dei pagamenti.
Con l’economia globale in recessione e l’attività interna ridotta, si attende dunque una significativa contrazione del tasso di crescita economica. Inoltre, le entrate stanno diminuendo proprio nel momento in cui il Governo del Cairo ha un’urgente bisogno di aumentare la spesa per la salute e la protezione sociale.
In che modo il sostegno del FMI contribuirà a limitare l’impatto del Covid-19?
Per gestire le ricadute della pandemia le autorità hanno cercato in modo proattivo il sostegno del FMI articolandolo in due fasi. In primo luogo, hanno richiesto 2,8 miliardi di dollari di finanziamenti nel quadro del sostegno rapido, che è stato approvato in maggio e che ha quindi consentito agli egiziani di rispondere ale esigenze poste dal sistema sanitario, incrementando la spesa per assistenza medica e farmaceutica, nonché quella sociale, a beneficio delle fasce più vulnerabili della popolazione.
In secondo luogo, hanno negoziato un accordo stand-by della durata di dodici mesi che gli ha consentito l’accesso a 5,2 miliardi di dollari di finanziamenti, impiegati dal Governo del Cairo nel mantenimento di un livello di stabilità economica a fronte dell’attuale contrazione, continuando a garantire un’adeguata assistenza sui piani sanitario e sociale, implementando ulteriormente al contempo le riforme strutturali in vista di una ripresa sostenibile.
In quale modo L’Egitto proteggerà le fasce povere e piùvulnerabili della popolazione?
L’elevata priorità attribuita dal Governo al benessere della popolazione e ai loro mezzi di sussistenza viene testimoniata dal tipo di approccio alle problematiche.
Innanzitutto, le allocazioni di risorse per la spesa sanitaria sono state incrementate significativamente già dall’inizio della pandemia, così come la copertura dei programmi di trasferimento di cassa noti come «Takaful» e «Karama» (cioè solidarietà e dignità).
Inoltre, il Cairo ha varato nuovi programmi che prevedono il trasferimento di provvidenze in denaro ai lavoratori irregolari colpiti dalla crisi e la distribuzione di kit medici e igienico-sanitari nei villaggi più poveri. Si sta anche lavorando in cooperazione con le organizzazioni non governative allo scopo di garantire un ulteriore sostegno ai bisognosi.
In secondo luogo, per garantire l’assistenza sociale ai soggetti critici, il Governo si è impegnato in programmi sociali reperendo le risorse necessarie ai servizi di base ove disponibili.
In terzo luogo, verrà intrapresa una revisione della spesa concentrando il focus di essa inizialmente sulla protezione sociale, sulla salute e sull’istruzione, valutandone quindi l’adeguatezza e l’efficienza, nonché i settori dove apportare migliorie. La Banca mondiale sostiene questo processo di revisione.
Quali misure politiche adotterà L’Egitto nel quadro del citato Accordo Stand-by per contribuire a garantire una ripresa sostenibile?
L’obiettivo del Governo è quello di mettere in condizioni il Paese di riprendersi. La politica fiscale viene agevolata al fine di sostenere l’economia e affrontare le esigenze poste dalla crisi, tra le quali l’aumento della spesa sanitaria (26%) e della protezione sociale (10%).
Il Cairo sta inoltre introducendo misure che compensino parzialmente il deficit sul lato delle entrate, anche promuovendo politiche ambientali attraverso l’imposizione di una tassa sui consumi di carburante.
La spesa imposta dalla crisi, tuttavia, dovrà venire valutata anche sulla base della necessità di evitare un eccessivo aumento del debito pubblico. Una volta avviato la ripresa, il governo tenderà a riavviare un processo di riduzione del debito, cercando di mantenere una sostenibilità fiscale sul medio termine. A tal fine, le autorità stanno aggiornando la loro strategia concepita per ridurre le vulnerabilità derivanti dall’esposizione debitoria, lavorando poi per ottenere entrate aggiuntive che permettano livelli di spesa sociale più elevati.
Le autorità del Cairo si sono impegnate a mantenere basso e stabile il tasso di inflazione, a preservare la flessibilità del tasso di cambio della lira e a favorirne aggiustamenti regolari. Il mantenimento della stabilità del settore finanziario con la forte vigilanza in corso e lo stretto monitoraggio sugli eventuali rischi finanziari emergenti permane comunque una priorità.
È stato inoltre assunto l’impegno a proseguire sulla strada delle riforme strutturali avviate in precedenza. In particolare, il processo di formazione del bilancio verrà migliorato, mentre maggiore chiarezza verrà fatta sulle operazioni finanziarie delle imprese statali e sulle attività svolte dalle autorità economiche. Infine, il regime di concorrenza verrà rafforzato e verranno apportate modifiche alla legge doganale allo scopo di favorire il clima nel quale opereranno gli investitori.
In che modo le precedenti riforme hanno aiutato il paese a superare le sfide poste dall’attuale crisi?
L’audace programma di riforme che l’Egitto ha varato nel 2016 ha notevolmente migliorato la resilienza della sua economia. Prima della pandemia, il tasso di crescita era superiore al 5%, le riserve internazionali erano adeguate e il debito tendeva alla riduzione. Il Governo aveva anche intrapreso ulteriori percorsi di riforma al fine di migliorare il contesto imprenditoriale, adottando un modello di crescita guidato dal settore privato finalizzato anche alla creazione di nuovi posti di lavoro. Questi passaggi hanno permesso rispondere rapidamente alla pandemia. Tuttavia, nonostante i significativi progressi conseguiti nella riduzione della povertà e delle disuguaglianze, molte sfide rimangono aperte.
Quali misure verranno introdotte al fine di garantire che le spese connesse alla crisi siano utilizzate per gli scopi previsti?
Il Governo del Cairo si è impegnato a pubblicare i dettagli di tutte le spese legate alla crisi sul sito web del ministero delle Finanze, inoltre pubblicherà anche la documentazione relativa agli appalti pubblici e alle commesse assegnate nel quadro della risposta all’emergenza Covid-19, inclusi i nominativi delle società interessate e le informazioni sulla proprietà. L’autorità statale verificherà i risultati e ne pubblicherà i dati relativi al termine del corrente anno fiscale.