Si tratta dell’operazione «New park» eseguita dai militari della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Enna, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta che, sin dal corso delle prime ore del mattino, ha visto impegnati cinquanta uomini con l’ausilio di unità cinofila antivaluta (cash-dog) della Compagnia Pronto Impiego di Catania per dare esecuzione a dieci provvedimenti di perquisizione personale e domiciliare in diversi comuni delle provincie di Enna, Messina e Catania.
Tra le persone destinatarie dei provvedimenti figurano elementi di spicco della criminalità organizzata mafiosa attiva nel territorio dei Nebrodi, coinvolte a vario titolo in reati di turbata libertà degli incanti e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, commessi con l’aggravante del metodo mafioso.
L’odierna operazione, denominata «New Park», vede indagate complessivamente quattordici persone, alcune delle quali già destinatarie in passato di misure restrittive custodiali per fatti analoghi.
L’infiltrazione della criminalità organizzata nebroidea nei procedimenti di assegnazione dei pascoli dell’Azienda Speciale di Troina (Enna) era stata già disvelata dalle Fiamme gialle di Enna diretti dalle competenti Procure della Repubblica, nel corso di pregresse investigazioni culminate nelle operazioni «Nebros I e II», rispettivamente del gennaio 2017 e del novembre 2018.
Oggetto di questo nuovo filone investigativo è l’assegnazione – condizionata dall’influenza mafiosa – di 1.100 ettari pascolivi mediante licitazione privata con il metodo delle offerte segrete, che hanno avuto luogo negli anni 2014 e 2017 da parte dell’Azienda Speciale di Troina.
Gli indagati, tutti imprenditori agricoli, con la connivenza del direttore pro-tempore dell’azienda silvo-pastorale – che procedeva anche all’arbitrario frazionamento del valore dei contratti al di sotto della soglia all’epoca prevista per le verifiche antimafia – avvalendosi del metodo mafioso e alla forza intimidatrice, hanno di fatto monopolizzato le procedure negoziali, scoraggiando l’accesso alle stesse ad altri concorrenti con fondate aspettative di aggiudicazione della gara pubblica, ottenendo in tal modo l’assegnazione di lotti pascolivi mediante la presentazione di offerte “incoerentemente” minime, previamente concordate tra i coindagati, rispetto a quelle fissate a base d’asta.
Inoltre, nel corso della gara bandita nel 2017, è stato possibile accertare un’ulteriore ipotesi di estorsione ad opera di altri due indagati a danno di un imprenditore della provincia di Messina legittimamente assegnatario di alcuni lotti pascolivi i quali erano precedentemente gestiti dagli indagati e da altri soggetti risultati riconducibili alla citata consorteria criminale. In particolare, questi ultimi, avrebbero continuato ad utilizzare i pascoli rescissi, a mezzo di condotte estorsive perpetrate attraverso l’utilizzo della forza intimidatrice derivante dall’appartenenza all’organizzazione mafiosa a danno dell’onesto agricoltore, stretto in una morsa dalla quale lo stesso non riusciva a liberarsi.
Le citate aggiudicazioni illecite consentivano agli odierni indagati la percezione indebita di contributi comunitari per importi pari a 2,5 milioni di euro negli anni 2014-2017, che non sono sfuggiti agli inquirenti diretti dalla Procura distrettuale nissena.
Nel corso delle perquisizioni domiciliari eseguite dai Finanzieri sono stati rinvenuti e sottoposti a ritiro cautelare (ai sensi del Testo Unico di P.S.) dodici fucili, tre pistole, dieci coltelli e munizionamento di vario calibro.