SICUREZZA, emergenza coronavirus. Mascherine non conformi: Spezia, Guardia di Finanza e Agenzia delle Dogane sequestrano oltre 240.000 DPI

I materiali erano destinati alle aziende ospedaliere della città ligure e di Parma; intanto a Lodi le Fiamme gialle, autorizzate dalla locale Prefettura, distribuiscono alla Protezione civile di Codogno e alla Caritas diocesana 6.000 litri li liquido igienizzante precedentemente sequestrato

I militari del Gruppo della Guardia di Finanza di La Spezia, in collaborazione con funzionari della locale Agenzia Dogane e Monopoli, hanno sequestrato un rilevante quantitativo di mascherine destinate al Servizio sanitario pubblico (SSN).

Dopo una mirata analisi dei flussi di merci, che è stata effettuata dal Reparto Antifrode dell’Ufficio delle Dogane spezzino mediante l’esame di documentazione e il ricorso a banche dati, il personale della Guardia di Finanza e delle Dogane ha effettuato un accesso presso una società importatrice con sede a Santo Stefano Magra, nei pressi della città portuale ligure, che si era aggiudicata un contratto di fornitura dall’Azienda Ospedaliera di Parma che prevedeva la consegna, in diversi lotti, di 1.100.000 mascherine dei tipi “chirurgico” e FFP2 importate dalla medesima società.

Dagli approfondimenti è però emerso che tutte le mascherine, sia quelle di tipo chirurgico che quelle filtranti modello FFP2, non erano conformi alla normativa vigente dettata dalla Direttiva CEE nr. 93/42 per i D.M. e dal Regolamento dell’Unione europea nr. 425/2016 per i DPI.

All’atto della dichiarazione doganale l’importatore aveva presentato certificati di conformità rilasciati da enti non autorizzati, nella consapevolezza che i prodotti oggetto di importazione non avrebbero potuto essere immessi nel territorio dell’Unione europea, poiché non rispettavano i previsti requisiti di sicurezza, con il rischio di esporre al contagio gli utilizzatori, in gran parte operatori sanitari.

Si è così pervenuti al sequestro preventivo dei materiali, sia quelli che ancora si trovavano in giacenza presso il deposito dell’importatore, che quelli già consegnati alle strutture ospedaliere di Parma e della Spezia (quest’ultima le aveva ricevute nel periodo di emergenza dal nosocomio emiliano).

Al riguardo va doverosamente rilevato che il sistema di controlli degli ospedali interessati aveva individuato per tempo la non conformità delle mascherine, che quindi non sono mai state distribuite al personale sanitario

Nel corso dell’operazione, sono state inoltre individuate e sottoposte a sequestro circa 120.000 mascherine depositate presso il Cargo Village dell’Aeroporto di Pisa, materiali facenti parti dello stesso appalto e pronti a essere consegnate all’Ospedale parmense.

Nel complesso, l’operazione delle Fiamme gialle ha portato al sequestro di un totale di 241.216 mascherine, della quali 80.000 chirurgiche e 161.216 FFP2.

Intanto, in Lombardia, i militari del Nucleo di polizia-economico finanziaria di Lodi, che avevano proceduto al sequestro di 6.000 litri di prodotto igienizzante venduto

con una dichiarata azione «sanitizzante» per la cute, ma in assenza di autorizzazione  da parte del Ministero della Salute – ingenerando, di fatto, nei consumatori una falsa aspettativa nei confronti del prodotto -, a seguito del sequestro da parte del locale Prefetto, hanno poi potuto consegnare il materiale alla Protezione Civile di Codogno e alla Caritas diocesana, che  lo utilizzerà per fronteggiare l’emergenza sanitaria nelle parrocchie della Curia.

Le successive analisi chimiche disposte dall’Autorità giudiziaria, infatti, avevano, consentito di verificare che, in realtà, le sostanze impiegate si prestavano utilmente alla sola esclusiva disinfezione delle superfici, ma non della cute.

Condividi: