MATERIE PRIME, terre rare. Dopo il fortunato collocamento dei titoli azionari Pensana alla Borsa di Londra, il manager della società traccia le prospettive del settore

In un intervento alla trasmissione “Ian King Live” su UK Sky News, Paul Atherley ha commentato positivamente l'enorme impatto dei programmi di stimolo post-Covi-19 sul mercato dei «metalli critici», che si attende venga trainato dalla richiesta da parte dei produttori di turbine per generatori eolici e delle auto elettriche

Paul Atherley, manager di Pensana Rare Earth, non ha dubbi, infatti dopo il felice collocamento dei titoli azionari della sua società presso la London Stock Exchange –prima corporation del settore a farlo – egli ha affermato che nel prossimo futuro due saranno le industrie che avranno bisogno dei metalli estratti nei suoi siti: quello delle turbine eoliche e quello delle autovetture a trazione elettrica. Una domanda che, a suo avviso, trainerà il mercato.

La società, partecipata dal fondo sovrano dell’Angola, ha recentemente emesso 188.274.665 azioni ordinarie, una operazione finanziaria che sta avendo luogo in una fase di sovralimentazione della domanda di metalli magnetici critici, spinta dagli investimenti nelle energie rinnovabili, che vengono fortemente stimolate dagli investimenti pubblici post-Covid 19.

Gli analisti si attendono incrementi dei prezzi, questo ovviamente in assenza di sviluppi di ulteriori siti estrattivi. Una fase favorevole dunque, che dovrebbe mantenere elevati i prezzi dei metalli magnetici nei prossimi anni, a fronte di un incremento della domanda e di un non facile approvvigionamento sui mercati.

Un trend potenziale che si rispecchia nell’ottimismo delle dichiarazioni ufficiali di Atherley, “celebrato” nel suo intervento dagli schermi di UK Sky News, nel corso della trasmissione “Ian King Live”.

In precedenza, lo stesso Atherley aveva dichiarato che: «Con L’approvazione delle massime autorità di Luanda – dove si trova il maggiore sito estrattivo di Pensana rare Earth – e il sostegno finanziario dei nostri principali azionisti, il Fondo sovrano angolano e gli investitori istituzionali del Regno Unito, siamo sulla buona strada per rendere produttiva la prima grande miniera di terre rare e soddisfare la crescente domanda di metalli critici, materiali destinati a rivoluzionare l’energia verde, in particolare quella del fiorente eolico EV e dell’offshore».

L’offerta pubblica iniziale è stata fatta in una Gran Bretagna che, faticosamente, inizia a cercare di riprendersi dalla grave pandemia da coronavirus.

Una scelta seguita a quella di un altro grande gruppo del settore, AEX Gold. Pensana, già quotata alla borsa australiana, è giunta sulla piazza londinese alla ricerca di finanziamenti che possano consentirle di sostenere lo sviluppo del suo progetto incentrato sulla produzione di neodimio e praseodimio (NdPr) a Longonjo, il vasto sito estrattivo angolano, destinato a divenire la maggiore miniera di terre rare al mondo nei prossimi dodici anni.

Gli amministratori della società, attualmente valutata 30 milioni di sterline, prevedono un ricorso ai mercati anche nei prossimi mesi per coprire i 160 milioni di sterline necessari alla realizzazione del progetto.

Essi ritengono che l’investimento possa essere interessante per quei fondi caratterizzati da scopi di natura sociale, ambientale e di governance, oltreché a coloro i quali puntano sui settori delle turbine eoliche, dei veicoli elettrici e delle moderne telecomunicazioni.

Si stima che da Longonjo si possano estrarre almeno 735.000 tonnellate di carbonato di NdPr, materiale indispensabile alla realizzazione dei potenti magneti utilizzati dalle pale dei generatori eolici, come nel caso delle turbine eoliche installate nel Mare del Nord, che utilizzano circa sette tonnellate di tali materiali.

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