«I programmi di stimolo post-Covid ammontanti a sedici trilioni di dollari stanno trasformando il settore delle energie rinnovabili, sovralimentando la domanda di metalli magnetici critici delle terre rare».
Questo il commento di Paul Atherley, presidente di Pensana Rare Earth, la società attiva nel settore delle cosiddette «terre rare» il giorno in cui i titoli azionari dell’impresa che dirige vengono collocati sul mercato attraverso la piazza finanziaria di Londra
Una fase favorevole, dato che in assenza di nuovi sviluppi di nuovi siti estrattivi di terre rare, i prezzi dei metalli magnetici sono destinati a un notevole incremento nei prossimi anni.
Un trend potenziale che si rispecchia nell’ottimismo delle dichiarazioni ufficiali di Atherley, che infatti prosegue affermando che: «Con L’approvazione delle massime Autorità di Luanda e il sostegno finanziario dei nostri principali azionisti, il Fondo sovrano angolano e gli investitori istituzionali del Regno Unito, siamo sulla buona strada per rendere produttiva la prima grande miniera di terre rare e soddisfare la crescente domanda di metalli critici, materiali destinati a rivoluzionare l’energia verde, in particolare quella del fiorente eolico EV e dell’offshore».
L’offerta pubblica iniziale viene fatta in una Gran Bretagna che, faticosamente, inizia a riprendersi dalla pandemia.
Una scelta che segue quella assunta la scorsa settimana da un altro grande gruppo del settore, AEX Gold. Pensana, già quotata sulla borsa australiana, giunge sulla piazza londinese alla ricerca di finanziamenti che possano sostenere lo sviluppo del suo progetto incentrato sulla produzione di neodimio e praseodimio (NdPr) a Longonjo, vasto sito estrattivo in Angola, destinata a essere la maggiore miniera di terre rare al mondo per i prossimi dodici anni.
Gli amministratori della società, che attualmente è valutata 30 milioni di sterline, prevede un ricorso ai mercati nei prossimi mesi allo scopo di coprire i 160 milioni di sterline necessari alla realizzazione del progetto. Essi ritengono che l’investimento possa risultare d’interesse per quei fondi caratterizzati da scopi di natura sociale, ambientale e di governance, oltreché di coloro i quali puntano sui settori delle turbine eoliche, dei veicoli elettrici e delle moderne telecomunicazioni.
Si stima che da Longonjo si possano estrarre almeno 735.000 tonnellate di carbonato di NdPr, materiale indispensabile alla realizzazione dei potenti magneti utilizzati dalle pale dei generatori eolici, come nel caso delle turbine eoliche installate nel Mare del Nord, che utilizzano circa sette tonnellate di tali materiali.
Una copia del prospetto dell’impresa partecipata dal Fondo sovrano dell’Angola è disponibile sul sito web della società www.pensana.co.uk