LIBIA, Memorandum d’intesa. Primo incontro del comitato Italia-Libia sulle modifiche al testo concordato nel 2017

Al centro dei colloqui la cooperazione nel campo dello sviluppo, il contrasto all'immigrazione illegale, al traffico di esseri umani, al contrabbando e il rafforzamento della sicurezza delle frontiere

Oggi ha avuto luogo il primo incontro del comitato tecnico misto italo-libico istituito allo scopo di negoziare le modifiche al Memorandum d’intesa fra Italia e Libia risalente al 2017 sulla cooperazione nel campo dello sviluppo, del contrasto all’immigrazione illegale, al traffico di esseri umani, al contrabbando e sul rafforzamento della sicurezza delle frontiere.

Al centro dei colloqui la proposta libica, volta alla modifica del Memorandum consegnata lo scorso 24 giugno al ministro degli Esteri e della Cooperazione internazionale Luigi Di Maio, dal capo del Consiglio presidenziale e premier del Governo di Accordo Nazionale (GNA) Fayez al-Sarraj nel corso della sua recente visita ufficiale a Tripoli.

«Da una prima lettura, sembra che la proposta vada nella giusta direzione recependo la volontà italiana di rafforzare la piena tutela dei diritti umani», aveva affermato il titolare della Farnesina al termine della sua missione nel Paese nordafricano.

Sempre Di Maio, lo scorso 10 giugno, rispondendo alla Camera dei Deputati alle interrogazioni sulle iniziative volte a modificare il Memorandum d’intesa con la Libia,in considerazione della guerra in atto nel medesimo Paese e delle prospettive nel contesto internazionale, aveva ricordato come «l’Italia abbia più volte sollecitato il GNA a rispondere alle proposte inviate a febbraio tese a migliorare il memorandum».

«Il 9 febbraio abbiamo trasmesso alla controparte libica le proposte di emendamento tese a migliorarne l’efficacia –  aveva aggiunto il ministro -, attendiamo una risposta del governo di Tripoli, che abbiamo più volte sollecitato. Il passo successivo è la convocazione del Comitato di misto, non appena le condizioni sanitarie lo consentiranno».

Egli aveva avuto modo di sottolineare come le modifiche proposte includano un esplicito riferimento ai trattati internazionali sul rispetto dei diritti umani, nonché la progressiva chiusura dei centri di detenzione.

L’intesa firmata il 2 febbraio del 2017 dall’allora Presidente del Consiglio dei ministri italiano Paolo Gentiloni e dal capo del Consiglio presidenziale libico Fayez al-Sarraj ha una durata triennale, tuttavia, Roma ha però optato per un rinnovo subordinato a modifiche.

La volontà di non rispettare più l’intesa doveva essere manifestata per iscritto entro il 2 novembre, ma le Autorità della Repubblica italiana hanno deciso di non avvalersi di questa possibilità, al contrario, si è scelto di proseguire la collaborazione con i libici con la possibilità di modificare il testo tramite uno scambio di note, durante il periodo della sua validità, quindi entro i prossimi tre anni.

Gli emendamenti dovrebbero includere maggiori garanzie per quanto riguarda il rispetto dei diritti dei migranti detenuti in Libia e la graduale chiusura dei centri di detenzione. Le modifiche dovrebbero inoltre essere concordate nelle riunioni del comitato misto composto da un numero di membri uguale tra le parti, “per individuare le priorità d’azione, identificare strumenti di finanziamento, attuazione e monitoraggio degli impegni assunti”, come previsto dall’articolo 3 del Memorandum.

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