CISGIORDANIA, Abu Dis. Controversa uccisione di un palestinese a un posto di blocco israeliano

Le autorità dello Stato ebraico affermano che l'uomo avrebbe guidato l'autovettura contro gli agenti che presidiavano il punto di controllo, dunque si sarebbe trattato di un attacco apparentemente intenzionale che ha provocato il ferimento di un ufficiale israeliano. Intanto in Israele si prevedono manifestazioni di massa e attentati palestinesi

Divampa la polemica sull’uccisione di Ahmad Moustafa Erekat, colpito ieri pomeriggio dal fuoco delle guardie di frontiera israeliane a un check-point nei pressi della città di Abu Dis, presso Gerusalemme.

Le autorità dello Stato ebraico affermano che l’uomo avrebbe guidato l’autovettura contro gli agenti che presidiavano il punto di controllo, dunque si sarebbe trattato di un attacco apparentemente intenzionale che ha provocato il ferimento di un ufficiale israeliano.

Sono attualmente al vaglio degli inquirenti le riprese video effettuate dalle telecamere di sicurezza del posto di blocco. La polizia di frontiera respinge decisamente le accuse secondo le quali avrebbe ucciso Erekat senza una causa concreta, mentre da parte palestinese si afferma invece che l’uomo si stava recando a Betlemme al matrimonio di sua sorella e dunque non avrebbe assolutamente preso di mira in maniera deliberata gli agenti.

Al contrario, la dinamica ufficiale dell’evento ricostruita dalle autorità israeliane vede il palestinese guidare velocemente il proprio autoveicolo in direzione di un ufficiale di polizia di frontiera, che poi è rimasto ferito.

L’incidente ha avuto luogo nei giorni prima della possibile annessione da parte dello Stato ebraico di alcune parti ancora non precisamente specificate della Cisgiordania, fase ritenuta critica, poiché vede le forze di difesa israeliane prepararsi una serie di possibili diversi scenari su scala sia interna che regionale, fino a includere un’ondata di attacchi terroristici quali reazioni violente all’annessione.

Le ipotesi sono quella che le organizzazioni palestinesi promuovano manifestazioni di protesta di massa, che in Cisgiordania vengano pianificati e compiuti attacchi con armi da fuoco o speronamenti e investimenti con autoveicoli, oppure  che le organizzazioni terroristiche palestinesi ritornino alla modalità operativa delle ondate di attentati suicidi, come avvenne nel corso della seconda intifada nel 2000-2004.

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