L’organizzazione, che a causa delle limitazioni imposte dalla pandemia da Covid-19 ha svolto i propri lavori in videoconferenza, si è riunita su richiesta dell’Egitto per discutere della delicata situazione in atto nella Libia.
L’esito del vertice straordinario è stata la richiesta ufficiale del ritiro dal suo territorio e dalle sue acque territoriali di tutte le forze straniere e l’avvio di colloqui di pace in grado di porre fine ai combattimenti.
È stato quindi espresso il rifiuto dell’Organizzazione di «qualsiasi intervento straniero illegittimo» in un paese dilaniato da una perdurante guerra civile, divenuta ormai da tempo chiaramente un conflitto per procura a tutti gli effetti.
Il rappresentante del Governo di accordo nazionale presieduto da Fayez al-Serraj – esecutivo riconosciuto ufficialmente dall’Onu e sostenuto militarmente dalla Turchia –, al riguardo ha tuttavia espresso riserve sull’appello lanciato dalla Lega Araba, sostenendo che «le forze straniere che sostengono Tripoli hanno contribuito a respingere l’aggressione del dispositivo militare del generale Khalifa Haftar»
Dal canto suo, Sultan bin Saad Al-Muraikhi – rappresentante dell’Emirato del Qatar cha ha preso parte alla riunione straordinaria a livello ministeriale –, nel ribadire il sostegno di Doha al governo di Tripoli, ha sottolineato altresì la necessità di rispettare la sovranità degli Stati e il principio della non ingerenza nei loro affari interni, auspicando al contempo che per la Libia si pervenga «a una soluzione globale che conduca alla stabilità e alla sicurezza dei suoi cittadini», questo anche «attraverso il rispetto degli Accordi di Skhirat da parte di tutti i libici».
Soffermandosi sull’incidente di Tarhuna, Al-Muraikhi ha elogiato l’esecutivo presieduto da al-Serraj per «gli sforzi profusi allo scopo di individuare i responsabili delle torture perpetrate a danno di alcuni cittadini egiziani» nonché quelli per garantire il ritorno in condizioni di sicurezza di questi ultimi nel loro Paese.
Nell’occasione, il ministro degli esteri di Doha ha trattato anche il tema relativo agli impegni dell’Agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA), annunciando che il proprio paese continuerà a fornire assistenza all’Onu allo scopo di mettere l’UNRWA nelle condizioni di svolgere il suo mandato, soprattutto in una fase critica come quella attuale, caratterizzata dalla pandemia da coronavirus.
Il Qatar è uno dei maggiori contribuenti di questa agenzia dell’Onu, inoltre finanzia in vario modo i Palestinesi, anche attraverso erogazioni dirette al movimento islamista Hamas, che attualmente governa nella striscia di Gaza.