LIBIA, conflitto. Appello del papa per la pace dopo la Messa per il Corpus Domini

Bergoglio ha chiesto la cessazione delle violenze nel Paese nordafricano e ha pregato per la situazione di migranti e sfollati

La drammatica situazione in Libia è stata al centro di un accorato appello rivolto  stamani dal pontefice dopo la preghiera dell’Angelus. Bergoglio ha chiesto la cessazione delle violenze nel Paese nordafricano e ha pregato per la situazione di migranti e sfollati.

Il commento al Vangelo del giorno si è invece concentrato sulle due caratteristiche dell’Eucarestia, l’effetto mistico e spirituale e quello comunitario.

La situazione in Libia è divenuta particolarmente critica a seguito dell’offensiva scatenata alcuni mesi fa dal “Maresciallo” Khalifa Haftar, che puntava a rovesciare il Governo di intesa nazionale (Gna) internazionalmente riconosciuto presieduto da Fayez al-Serraj.

Le forze di Tripoli hanno però respinto gli attacchi, ma la situazione è divenuta critica per i 700.000 rifugiati e migranti presenti nel Paese, questo mentre la NATO sta valutando un supporto all’Unione europea nella regione e, al contempo, Russia, Turchia e Algeria si stanno proponendo per una mediazione.

Questa mattina il papa ha affermato che la Libia «è sempre stata presente nella mia preghiera in questi ultimi giorni», quindi ha esortato «gli organismi internazionali e quanti hanno responsabilità politiche e militari a rilanciare con convinzione e risolutezza la ricerca di un cammino verso la cessazione delle violenze, che porti alla pace, alla stabilità e all’unità del Paese».

Infine, Bergoglio ha pregato anche per le migliaia di migranti, rifugiati, richiedenti asilo e sfollati interni in Libia.

«La situazione sanitaria ha aggravato le loro già precarie condizioni – ha affermato il papa -, rendendoli più vulnerabili alle forme di sfruttamento e violenza. C’è crudeltà. Invito la comunità internazionale a prendere a cuore la loro condizione, individuando percorsi e fornendo mezzi per assicurare ad essi la protezione di cui hanno bisogno, una condizione dignitosa e un futuro di speranza. Fratelli e sorelle, di questo tutti abbiamo responsabilità, nessuno può essere dispensato».

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