VATICANO, comunicazione e media. Nasce VatiVision, la piattaforma on demand a tematica religiosa

Offre documentari, film e serie televisive anche in produzioni originali ispirate al Vaticano e al mondo cattolico. I contenuti vengono resi disponibili sulla base della formula pay-per-view

Dall’8 di giugno è attiva la piattaforma on demand “Vativision”, che offre documentari, film e serie televisive anche in produzioni originali ispirate al Vaticano e al mondo cattolico e con distribuzione su scala mondiale, i contenuti vengono resi disponibili sulla base della formula pay-per-view.

La nuova iniziativa, frutto della collaborazione tra Officina della comunicazione e Vetrya, è stata presentata giovedì scorso.

«Siamo felici di poter finalmente mettere a disposizione degli utenti un servizio di valore, frutto della sensibilità, della conoscenza e dell’esperienza che Officina della Comunicazione e Vetrya hanno maturato negli anni nei loro rispettivi settori – hanno dichiarato a Vatican News Nicola Salvi ed Elisabetta Sola, amministratori delegati della società – crediamo fortemente nel progetto VatiVision e nella sua mission, che è quella di offrire un servizio in grado di contribuire tramite le nuove tecnologie di cui disponiamo a diffondere ulteriormente il messaggio cristiano con contenuti di grande valore e spessore narrativo».

VatiVision verrà distribuito in tutto il mondo attraverso Internet collegandosi a www.vativision.com, oppure come app su smartphone, tablet, smart tv e set-top box, dove è già presente in tutti gli store digitali.

Ora parte in Italia, ma presto arriverà negli Usa, Messico, Argentina, Filippine, Spagna, Polonia e altri Paesi.

Il Prefetto per la Comunicazione della Santa Sede, Paolo Ruffini, ha così  commentato l’iniziativa: «È bello che questo progetto nasca da privati che hanno capito l’importanza di una offerta di contenuti di qualità legati alla tradizione e alla cultura cattolica. Il Vaticano guarda con favore a questa iniziativa che non è istituzionale. Non è una cosa del Vaticano o della Chiesa, ma di imprenditori privati».

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