Venerdì 5 giugno 2020 si celebrerà la 46ª Giornata Mondiale per l’Ambiente, un evento concepito al fine di sensibilizzare sulle tematiche relative alla salvaguardia dell’ecosistema, sempre più stravolto da fenomeni quali l’inquinamento (in tutte le sue forme), l’esplosione demografica e il conseguente estremo sfruttamento delle risorse naturali e dal marcato declino della biodiversità.
Il focus verrà dunque concentrato sulla biodiversità messa a rischio dall’estinzione di numerose specie animali, dall’aumento della temperatura media del pianeta (global warming) e della (auspicata) de-carbonizzazione.
Numerose le parole d’ordine quest’anno: la citata de-carbonizzazione, economia circolare, transizione sostenibile e resiliente e, protagonista assoluto – almeno nelle dichiarazioni rese pubblicamente dai politici europei – l’atteso Green New Deal, che, anche e soprattutto a seguito della crisi provocata dalla pandemia da Covid-19, dovrebbe irrorare il Vecchio Continente con una pioggia di denaro da destinare a investimenti nei settori a basso o nullo impatto ambientale.
Con sullo sfondo ancora una volta un summit mondiale, quello prossimamente in calendario nella città cinese di Kunming, dove i vari Paesi si confronteranno su clima e biodiversità nel tentativo di raggiungere un accordo su tali urgenti problemi e dove l’ONU riproporrà le sue due strategie cardine in materia di salvaguardia ambientale: Biodiversità e Farm to Fork.
Ma, questa 46ª Giornata Mondiale per l’Ambiente potrà servire davvero a qualcosa oppure sarà la solita liturgia del piagnisteo degli ambientalisti e, al contempo, l’opportunità di fare passerella per alcuni politici e industriali “illuminati”? insidertrend.it lo ha chiesto a Nando Bonessio, portavoce di Europa Verde.
In effetti queste sono le contraddizioni di questi eventi, che nascono come occasione di sensibilizzazione di opinioni pubbliche e decisori politici sulle tematiche della tutela dell’ambiente, ma poi si trasformano in veri e propri palcoscenici.
Rileva comunque Bonessio che «in questi ultimi anni sull’ambiente vi è stata un’accelerazione importante», poiché ancor prima del “fenomeno” Greta Thunberg l’IPCC, cioè la commissione dell’ONU sull’ambiente formata da trecento scienziati, aveva allarmato la comunità internazionale rispetto ai pericoli corsi dal pianeta Terra.
«Non è disponibile un “pianeta B”», ricorda al riguardo con una certa vena di ironia il portavoce di Europa Verde, aggiungendo che «il pianeta può fare benissimo a meno degli esseri umani che lo popolano, ma gli esseri umani non possono assolutamente fare a meno del loro pianeta».
L’IPCC ha posto tutti di fronte a un evento che rischia di divenire irreversibile: se entro dieci anni non si interverrà per limitare le emissioni clima alteranti si andrà incontro all’innalzamento della temperatura a livello globale e a contestuali modifiche degli ecosistemi, deleterie per la vita degli uomini, come le inondazioni causate dall’innalzamento del livello dei mari e le calamità naturali dovute all’eccessiva evaporazione di acqua nell’atmosfera, uragani e tifoni sempre più distruttivi.
«Negli ultimi cinquant’anni – aggiunge Bonessio – la velocità con la quale l’uomo ha inquinato il pianeta, in particolare incrementando la concentrazione di anidride carbonica ha registrato una accelerazione esponenziale, testimonianza evidente dell’attività di modifica delle condizioni che determinano il clima sulla Terra».
Al riguardo, la commissione dell’ONU ha fornito anche delle indicazioni, quali la necessaria modifica dei modelli di sviluppo attualmente adottati, la cessazione di generazione di energia mediante il ricorso a fonti fossili e l’indirizzo di tale attività verso fonti rinnovabili, investire nell’innovazione al fine di invertire il processo di incremento delle fonti di inquinamento ambientale.
Questi obiettivi potranno venire perseguiti attraverso il raggiungimento di accordi a livello internazionale che portino all’assunzione di impegni comuni tesi alla riduzione dei processi produttivi altamente inquinanti.
Uno di questi è stato l’Accordo di Parigi, che aveva posto la scadenza relativa al conseguimento di alcuni importanti obiettivi di salvaguardia ambientale entro il 2030, tuttavia, recentemente i due maggiori paesi inquinanti al mondo (Usa e Cina) hanno fatto un passo indietro rispetto agli impegni assunti.
«Va inventata una nuova società improntata a modelli di sviluppo diversi», conclude Bonessio, al termine della sua lunga intervista concessa a insidertrend.it, nel corso della quale sono stati trattate le tematiche correlate con la tutela dell’ambiente, dallo sviluppo economico ai trasporti passando per la ricerca scientifica e le nuove tecnologie, ovviamente senza omettere l’argomento principe in questo momento, quella pandemia da Covid-19 le cui fasi successive all’acuzie dei contagi possono rappresentare l’anno zero dal quale ripartire per tutelare l’ambiente.
A248 – 46ª GIORNATA MONDIALE PER L’AMBIENTE: STANTIA LITURGIA ECOLOGISTA O CONCRETA OPPORTUNITÀ PER AVVIARE NUOVE POLITICHE DI SALVAGUARDIA DELL’ECOSISTEMA? A insidertrend.it interviene NANDO BONESSIO, portavoce regionale per il Lazio di Europa Verde.
Negli ultimi cinquant’anni la velocità con la quale l’uomo ha inquinato il pianeta, in particolare incrementando la concentrazione di anidride carbonica ha registrato una accelerazione esponenziale, testimonianza evidente dell’attività di modifica delle condizioni che determinano il clima sulla Terra.
Al riguardo, la commissione dell’ONU ha fornito anche delle indicazioni, quali la necessaria modifica dei modelli di sviluppo attualmente adottati, la cessazione di generazione di energia mediante il ricorso a fonti fossili e l’indirizzo di tale attività verso fonti rinnovabili, investire nell’innovazione al fine di invertire il processo di incremento delle fonti di inquinamento ambientale.
Questi obiettivi potranno venire perseguiti attraverso il raggiungimento di accordi a livello internazionale che portino all’assunzione di impegni comuni tesi alla riduzione dei processi produttivi altamente inquinanti.