Questa mattina i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli hanno dando esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale della città partenopea, nei confronti di dieci persone, cittadini italiani e un turco, dei quali quattro destinatari di arresti domiciliari, due di divieto di dimora nella Regione Campania e quattro di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Essi vengono ritenuti gravemente indiziati di associazione per delinquere finalizzata alla produzione e commercializzazione di prodotti contraffatti, frode nell’esercizio del commercio, vendita di prodotti industriali con segni mendaci e ricettazione.
Le attività investigative, coordinate dalla locale Procura della Repubblica-Direzione distrettuale antimafia, hanno permesso di raccogliere gravi indizi di reità nei confronti dei componenti un’articolata organizzazione criminale, strutturata secondo una definizione di ruoli e incarichi puntualmente determinati, che era in grado di contare su canali di approvvigionamento anche stranieri (Turchia e Cina) e su una fitta rete distributiva, sia fisica sia Online, attiva in maniera capillare nelle province di Napoli, Bologna, Caserta, Salerno e Roma.
I prodotti contraffatti, praticamente identici agli originali, venivano commercializzati in negozi e outlet multi brand unitamente ad articoli autentici, ovvero Online, truffando quindi gli ignari consumatori.
Infatti, le calzature prodotte in Cina e i capi di abbigliamento fabbricati invece in Turchia sono risultati di ottima fattura, al punto tale che anche i periti della Procura hanno incontrato difficoltà nel distinguerli da quelli autentici.
Per l’approvvigionamento della merce dall’estero l’associazione poteva disporre di un proprio diretto referente, (soggetto con precedenti penali specifici) stabilmente domiciliato a Istanbul, da dove curava i rapporti con i fornitori turchi, divenuto da tempo punto di riferimento internazionale per il rifornimento di capi contraffatti.
La grande città sul Bosforo a metà tra Europa e Asia, va ricordato, costituisce il polmone economico del Paese anatolico, non meraviglia dunque che possa essere stata anche un hub per i contraffattori.
Per il commercio via Internet, l’associazione poteva contare su una sede operativa a Nocera Inferiore, in ufficio attrezzato con strumenti informatici, call center per i contatti telefonici con la clientela e annesso deposito e show-room, dove veniva gestito il traffico di abbigliamento e accessori contraffatti, venduti in Italia e all’estero attraverso un apposito sito web, sfruttando altresì piattaforme di vendita anch’esse Online.
Allo specifico riguardo le Fiamme gialle hanno monitorato vendite sia in Italia che in Germania, Slovenia, Francia, Grecia e Danimarca.
Tra i destinatari del provvedimento eseguito quest’oggi figurano anche alcuni commercianti al dettaglio che, dopo essersi riforniti di abbigliamento contraffatto dai promotori dell’organizzazione, lo avevano unito ad altri articoli con griffe autentiche proponendolo in vendita.