Un finanziamento diretto pari a 24.000 euro quale primo passo per inaugurare una vera e propria terza via nel mondo degli agenti conversazionali.
È con questo intento che si avvia la collaborazione tra il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli e la startup Mazer che ha sviluppato Laila, (https://www.laila.tech/), un chatbot conversazionale che raggiunge i nuovi confini dell’intelligenza artificiale nel campo della user experience.
Laila è una piattaforma tecnologica fondata su una sofisticata intelligenza artificiale in grado di elevare la capacità di comprensione del dialogo con l’essere umano a un livello superiore, riuscendo a capire le domande e lo stato di soddisfazione dell’utente.
Il chatbot è in costante miglioramento e sviluppo con l’obiettivo finale di comportarsi in maniera indistinguibile da un operatore vero.
Nel dialogo è in grado di utilizzare frasi non preimpostate o pilotate, avvalendosi di gif animate, immagini ed emoticon al passo con i tempi come farebbe un operatore umano per coinvolgere l’utente nella comunicazione ed empatizzare con lui, comprendendone lo stato d’animo.
L’assegno finanzierà una ricerca sul natural language processing. «Nella fattispecie – spiega Gianfranco Fedele, co-founder e CTO di Laila – servirà a produrre nuove tecnologie. completamente inedite, che consentiranno a Laila di tendere all’emulazione del comportamento che avrebbe un’operatrice umana».
Si tratta di studi riguardanti sistemi utili per la comprensione del linguaggio naturale, ovvero strumenti che aiutano Laila a comprendere intento, sentimenti e stato d’animo di chi sta dialogando con lei e a guidare la conversazione verso una più completa soddisfazione dell’utente.
A oggi da questa collaborazione sono nati differenti strumenti riferibili in senso lato alla disciplina delle intelligenze artificiali, nello specifico al Machine Learning e alle reti neurali artificiali, che sono il cuore del funzionamento di Laila.
«Vogliamo avviare la terza via degli agenti conversazionali – afferma Carmine Pappagallo, Ceo e Co-founder di Laila – perché la prima è quella creata dai chatbot basati su semplici domande e risposte pre-caricate, la seconda via è quella degli agenti conversazionali tipo Siri, Cortana o Alexa, che rappresenta lo sviluppo locale di applicazioni che di fatto gestiscono ricerche tramite Internet e, infine, c’è Laila, che sfruttando particolari algoritmi e mix di intelligenze artificiali, si affermerebbe come un chatbot di seconda generazione, con prestazioni competitive rispetto a sistemi analoghi sviluppati da altri operatori mondiali, potenzialmente in grado di comprendere il linguaggio naturale in maniera fluida su diverse operazioni eseguite dall’utente e argomenti».
Laila ha la facoltà di crescere da sola, si alimenta quotidianamente dei nuovi intent creati, ossia le operazioni eseguite, ingloba risposte e know-how e mette il tutto a disposizione della comunità di persone che utilizzano Laila.
«Il prossimo obiettivo – ha sottolineato sempre Pappagallo – è far diventare Laila lo strumento autonomo per creare il proprio agente conversazionale. Per questo il team di Mazer, sta lavorando sulla facoltà di personalizzazione autonoma da parte degli utenti e aziende che intendono utilizzarlo».