A cura di Digital PR pro – Con l’entrata in vigore del nuovo Dpcm (Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri), le piccole realtà imprenditoriali sono in fermento proprio perché molte di loro finalmente potranno rialzare la saracinesca rimasta per troppo tempo abbassata.
Nonostante le indicazioni relative alla sicurezza e le regole vigenti sul contingentamento della clientela, il vero banco di prova saranno i piccoli commercianti, che dovranno essere capaci di reggere la concorrenza con tutte quelle realtà che in queste settimane di lockdown si sono dotate di una serie di strumenti digitali per continuare a svolgere il loro lavoro.
La carta vincente da giocare è la digitalizzazione, che permette anche di raggiungere una nuova clientela qualora abbinata a un altro elemento, la geolocalizzazione.
Geolocalizzare: limitare gli spostamenti ma avere comunque tutto ciò che serve. La geolocalizzazione dei punti vendita fornisce una mappatura completa agli utenti, individuando in modo chiaro dove possono fare i loro acquisti senza allontanarsi eccessivamente dalle proprie abitazioni, infatti, secondo il dettato normativo del nuovo regolamento permane la necessità di evitare assembramenti oltreché di limitare le uscite di casa se non per reali necessità.
La startup Xtribe, sostenitrice fin dalla sua creazione nel 2012 dell’importanza dello sviluppo di un mercato di prossimità, ha concepito e realizzato un geomarketplace che mette nelle condizioni di vendere i loro prodotti e servizi i punti vendita e i professionisti.
L’obiettivo originario era quello di consentire a chiunque di fare affari senza doversi allontanare dal proprio quartiere di provenienza, tuttavia, al fine di allargare tale opportunità anche ai piccoli commercianti, che in questo modo possono incrementare le loro vendite, Xtribe ha successivamente sviluppato dei nuovi aggiornamenti al suo sistema.
L’applicazione fornisce una sezione nella quale inserire il prodotto da commercializzare sul mercato, una descrizione corredata da fotografie, così da fornire al potenziale cliente un quadro completo della propria offerta.
Al fine di incrementare le possibilità di vendita, Xtribe ha inserito anche una chat interna che pone direttamente in collegamento il cliente con il commerciante.
La comunicazione è essenziale, soprattutto in un fase come questa fase, in cui ci si pone l’obiettivo di uscire e acquistare sapendo già perfettamente cosa e dove.
Altre caratteristiche di Xtribe: vendere, comprare e anche barattare. L’applicazione, anche prima della pandemia, aveva sviluppato diverse soluzioni per massimizzare le possibilità di fare affari nelle vicinanze della propria abitazione, tra queste figurano le diverse modalità di pagamento.
Infatti, su Xtribe, è possibile non soltanto vendere e acquistare, ma anche barattare sia prodotti che servizi: una modalità forse d’altri tempi, che però trova efficacia nel momento in cui gli utenti coinvolti nella compravendita trovino conveniente la tipologia di scambio.
Afferma al riguardo Mattia Sistigu, COO di Xtribe, che «il futuro guarda alla digitalizzazione e a una gestione più responsabile degli acquisti, anche più green in un certo senso: con il digitale e la geolocalizzazione, i negozi di prossimità hanno delle chance in più di fare affari e i clienti di scoprire realtà vantaggiose, proprio sotto casa».
Xtribe. Xtribe è la start-up nata a Pesaro nel 2012 che ha creato un’applicazione contenente un geomarketplace che permette a punti vendita e a professionisti di vendere i loro prodotti e servizi.
Gli utenti iscritti a Xtribe possono a loro volta vendere i loro prodotti oppure utilizzare il baratto come forma di acquisto, facendo affari con le persone che sono nelle loro vicinanze utilizzando anche un sistema di chat integrata. Ad oggi, Xtribe conta quindici dipendenti e ha sedi a Pesaro, a Londra e a New York.