Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno eseguito il sequestro di beni del valore di oltre cinque milioni di euro disposto dal Tribunale (Sezione specializzata misure di prevenzione) su richiesta della Direzione distrettuale antimafia (Dda) della capitale.
I destinatari della misura, tutti residenti a San Cesareo, erano stati arrestati dai Finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria nel luglio 2018 per reati di usura, estorsione, esercizio abusivo dell’attività finanziaria, truffa aggravata ai danni dello Stato e intestazione fittizia di beni.
L’indagine, denominata «Terza età», ha consentito la ricostruzione di una serie di prestiti a tassi usurari (tra il 90% e il 180% annuo, con punte del 570%), erogati per lo più a imprenditori in gravi difficoltà economiche.
L’attività veniva svolta in modo continuativo e professionale, quando le vittime non effettuavano i pagamenti alle scadenze imposte scattavano le minacce. I proventi venivano poi reinvestiti in imprese operanti nei settori alberghiero, della ristorazione e del commercio di autoveicoli, intestate a familiari o compiacenti prestanome.
Una società era stata costituita allo scopo di gestire una casa di riposo per anziani ad Artena, presso Roma.
Il business si era rivelato talmente redditizio che uno degli arrestati si stava organizzando per aprire un’analoga struttura a San Cesareo.
Partendo dalle risultanze dell’operazione investigativa, gli specialisti del Gico hanno eseguito accertamenti di natura economico-patrimoniale coordinandosi con la Dda con l’obiettivo di aggredire, servendosi degli strumenti forniti dalla normativa antimafia, le ricchezze illecitamente accumulate dal gruppo criminale.