I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno eseguito la confisca di beni per un valore complessivo di oltre diciotto milioni di euro posseduti da alcuni esponenti del clan mafioso Spada.
Il provvedimento ablativo emesso dalla Sezione specializzata misure di prevenzione del Tribunale della capitale rappresenta l’ultima fase dell’attività investigativa coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Roma, che ha consentito allo Stato di acquisire l’ingente patrimonio mobiliare e immobiliare riconducibile al sodalizio criminale già attivo nel litorale romano, patrimonio che fu già oggetto di sequestro nell’ottobre del 2018.
Gli specialisti del Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria hanno ricostruito dimensioni e fattezze delle ricchezze illecitamente accumulate dal clan, individuandone le fonti di finanziamento occulte.
Gli approfondimenti di natura economica e patrimoniale avevano preso avvio dalle precedenti operazioni di polizia denominate «eclissi» e «sub Urbe», che avevano dimostrato l’incoerenza dei modesti redditi ufficialmente dichiarati dagli esponenti del clan, in seguito finiti sotto processo, una volta rapportati ai rilevanti investimenti effettuati in diverse tipologie di attività commerciale, finanziati in realtà dai profitti derivati dai numerosi delitti commessi nel tempo, quali estorsione, usura e traffico di sostanze stupefacenti.
Gli accertamenti patrimoniali hanno riguardato tutte le persone – circa cinquanta tra familiari e terzi – risultate coinvolte nelle compravendite di quote societarie, effettuate fittiziamente allo scopo di “schermare” la titolarità effettiva delle aziende.
La confisca è stata eseguita in conformità al dettato del Codice antimafia, concepito allo scopo di sottrarre alla criminalità organizzata beni in grado di inquinare l’economia legale.
Nello specifico caso degli Spada, si è trattato del patrimonio aziendale, cioè il tutto o una parte di diciannove società, due imprese individuali e sei associazioni sportive e culturali site nel comune di Roma, per lo più nel quartiere di Ostia, operanti in diversi settori quali la gestione di forni, bar, sale slot, distributori di carburanti, palestre, scuole di danza, nonché in quello del commercio di autovetture e nell’edilizia.
È rientrata nella confisca anche l’associazione “Femus Boxe”, che aveva la gestione della palestra dove nel novembre del 2017 Roberto Spada aggredì una troupe della Rai.
Ulteriori beni confiscati sono costituiti da due immobili siti a Ostia e Ardea, tredici automezzi e disponibilità finanziarie su rapporti bancari e postali.