«Nessun rischio di scalata estera. Con l’Arabia Saudita nel capitale sociale Eni abbiamo vinto una lotteria. Un regalo del principe Mohammad bin Salman».
Queste le parole espresse ieri in una dichiarazione la dichiarazione pubblica dal presidente di FederPetroli Italia Michele Marsiglia, un commento seguito alle indiscrezioni relative a un investimento azionario del fondo sovrano saudita Pif (Public Investment Fund) nell’attuale drammatica fase della pandemia da Covid-19, indiscrezioni fatte circolare da Bloomberg e dal Wall Street Journal.
«Visti i tempi e gli eccessivi ribassi borsistici di gran parte di aziende – ha poi egli proseguito – è giusto che le autorità di mercato come la Consob vigilino onde evitare eventuali scalate da parte di paesi terzi, tuttavia è anche giusto affermare che se un investitore, pubblico o privato che sia, approfitta di alcune situazioni favorevoli di mercato non vi è nulla di anomalo o illegale. Eni in questo ultimo periodo si è sempre più consolidato in Medio Oriente mediante agreement strategici, interessandosi particolarmente alla Penisola arabica e agli Emirati. Un possibile ingresso di fondi sauditi nel capitale dell’impresa energetica italiana è solo da considerare una lotteria. In questo modo potremmo avere vantaggio su medio e lungo termine nelle operazioni energetiche estere, ma non solo: grazie alle partnership, gli investimenti in nuovi giacimenti e in altri cantieri energetici risulterebbero più vantaggiosi, lavorando su binari paralleli con altri investitori, con un obiettivo di guadagno comune».
«Se consideriamo l’elevato valore della quotazione in borsa della compagnia energetica saudita Saudi Aramco – ha concluso Marsiglia -, nonché il prezzo del greggio a oggiAggiungi un appuntamento per oggi, le situazioni di mercato e la massiccia presenza petrolifera nel territorio mediorientale, per l’Italia questa manovra non diventa una scalata, bensì una nota di merito. Purtroppo il nostro Paese, debole e spaventato dai mercati esterni, valuta gran parte di forme di investimento come scalate ostili. L’importante è che la governance permanga italiana e questo per Eni mi sembra più che evidente».
Rome, April 20 2020. Eni, Saudi Arabia in the Share Capital. Marsiglia (FederPetroli Italia): «We won a lottery…» – «No risk of foreign escalations. With Saudi Arabia in Eni share capital, we won a lottery. A gift from the Prince Mohammad bin Salman», the statement of FederPetroli Italia’s president Michele Marsiglia, following Bloomberg and Wall Street Journal rumors for an equity investment under Covid-19 period by the Saudi Sovereign Wealth Fund (Pif, Public Investment Fund).
FederPetroli Italia’s president continues: «Given the times and excessive stock market decreases of most companies, it is right that the market authorities, such as Consob, are vigilant actors to avoid any corporate escalations by third countries, but is also right to say that if a public or private investor takes advantage of some favourable market situations there is nothing abnormal or illegal. In this last period, Eni has increasingly consolidated the Middle East with strategic agreements, especially in the Arabian Peninsula and Emirates. A possible entry of Saudi Funds into the share capital of the italian energy company is only to be considered a lottery. In this way we could have medium and long term advantage in foreign energy operations, not only, thanks to partnerships the future new oil field and other site investments would be more advantageous, working on parallel tracks with other investors, with a common profit objective».
«If we consider the high value of the the stock exchange listing of saudi energy company Saudi Aramco, the price of oil today, the market situation and the massive oil presence of the Middle Eastern territory, for Italy this financial action does not become a corporate escalation but an strong note of merit. Unfortunately, our Country, weak and frightened by external markets, evaluates a large part of investment actions, hostile company escalations. The important thing is that the Governance remains italian and this seems for Eni more than evident», says president Marsiglia.