CORONAVIRUS, Russia. scontro di orientamenti sulla pericolosità del fenomeno

Messa in rilievo la combinazione, piuttosto sorprendente, tra il numero esiguo delle persone colpite dal coronavirus e l’allarmismo diffuso nello spazio mediatico da alcuni esponenti della classe politica

di Evpati Selov, pubblicato da “Leurispes” (Eurispes Magazine) il 17 Aprile 2020 à https://www.leurispes.it/coronavirus-in-russia-scontro-di-orientamenti-sulla-pericolosita-del-fenomeno/Nella pubblicazione precedente dalla Russia su questo tema, avevamo messo in rilievo la combinazione ‒ piuttosto sorprendente ‒ tra il numero esiguo delle persone colpite dal coronavirus e l’allarmismo diffuso nello spazio mediatico da alcuni esponenti della classe politica.

Da qui la domanda: quanto è giustificato attualmente questo atteggiamento di fronte all’epidemia, un atteggiamento, va aggiunto, al quale è stata collegata la richiesta di irrigidire nel paese i controlli dello Stato e in particolare della polizia?

Secondo i dati statistici ufficiali resi noti ogni giorno dal quotidiano On-line mail.ru, il 7 aprile 2020 il numero dei malati afflitti dal coronavirus aveva raggiunto in Russia la quota di 7.497 persone, il numero dei decessi 58 (di cui a Mosca rispettivamente 5.181 e 31). I dati ufficiali, diffusi sempre da MAIL.RU il 15 aprile, indicano il seguente incremento: in Russia sono stati registrati 24.490 casi di coronavirus, cioè 3.338 in più nelle ultime 24 ore, vale a dire rispetto al 14 aprile; i morti da Coronavirus registrati sono 198 cioe 28 in più.

A Mosca, dove si registra la più alta concentrazione di casi, le cifre sono rispettivamente di 14.476 contagiati, cioè +1.174, e di 106 decessi, cioe +11.

Come valutare questa situazione in un paese che ha una popolazione di 146 milioni di persone e un’area geografica la più estesa della terra?

Come valutare l’entità e l’incremento del fenomeno dei contagiati e delle vittime di Covid-19 in Russia rispetto al livello di diffusione ben più elevato che si registra, ad esempio, nei paesi europei e negli Stati Uniti?

In Russia, il governo e i mass media stanno dimostrando di ritenere la situazione molto pericolosa.

Il Presidente di Russia Vladimir Putin ha deciso di rinviare il voto popolare programmato il 22 aprile (quel giorno i cittadini di Russia avrebbero dovuto approvare o meno il nuovo testo della carta costituzionale).

Successivamente, il Presidente ha emanato il decreto in cui ha introdotto dal 28 marzo al 5 aprile la settimana di “vacanze straordinarie” per i lavoratori delle imprese che «non sono indispensabili per il funzionamento della economia nazionale e dello Stato».

Questo decreto prevede certe misure di sostegno economico alle piccole e medie imprese, le Pmi. Gli allievi delle scuole e gli studenti universitari devono “studiare a distanza” adoperando le nuove tecnologie informatiche. I cittadini anziani, cioè gli ultra 65enni, devono «rispettare le regole dell’auto-isolamento» cioè stare a casa e uscire solo per fare gli acquisti dei generi alimentari nei supermercati ubicati in prossimità alla propria abitazione.

In parole povere, questo vuol dire la quarantena, segnata, almeno a Mosca, da alcune peculiarità: da un lato, sono proibite le assemblee e le riunioni con più di 50 partecipanti, ma dall’altro, ad esempio, la metropolitana continua a funzionare dal momento che i vagoni possono contenere anche più di cento passeggeri.

Il 2 aprile, il presidente Putin ha prolungato il periodo di restrizioni dell’attività economica e dell’autoisolamento dei cittadini fino al 30 aprile.

L’attuazione di questi provvedimenti è stata affidata al governo federale, ai governatori delle repubbliche e delle regioni, ai dirigenti dei distretti (la Russia è suddivisa, come prima in epoca sovietica, in strutture amministrative regionali di tre categorie, con diversi gradi di autonomia).

Il tratto che caratterizza il sistema esistente ‒ innanzitutto a livello federale e nella capitale del paese ‒ è l’esiguità del sostegno erogato ai cittadini.

Finora, ad esempio, il sistema non ha sostenuto in modo adeguato i lavoratori dipendenti e autonomi, i titolari delle piccole e medie imprese (Pmi), i quali sono oggi in una situazione economica molto difficile perché ormai da più di un mese le loro retribuzioni e redditi sono stati azzerati. Da qui uno scontento crescente dei cittadini che è percepibile nello spazio mediatico russo.

A questo riguardo, occorre tener presente che attualmente questo spazio mediatico è suddiviso in due settori: quello tradizionale (Tv, radio e gran parte della stampa periodica) e quello informatico moderno (reti sociali e portali Internet nazionali e regionali).

Il primo è finanziato dallo Stato e utilizzato dal sistema pubblico; il secondo, invece, è autonomo, “nella Rete”, come si usa dire in Russia, e riflette principalmente tre schieramenti di pensiero: quello liberale, quello marxista/filo-sovietico e quello cristiano/patriottico.

In Russia, le testate più note nello spazio mediatico “in Rete” sono: Svobodnaya pressa (La stampa libera), Russkaya narodnaya linia (La linea popolare russa), Forum, Nakanune (Alla vigilia), Sut vremeni (La sostanza del tempo presente), Stalingrad. I protagonisti piu ascoltati sono lo storico e sociologo professore Valeri Solovey, lo scrittore Zahar Prilepin, il demografo e filosofo Igor Gundarov, lo storico e giornalista Anatoli Stepanov, l’economista Yuri Boldirev (e l’elenco non è completo).

I suddetti provvedimenti del governo e, in genere, il famigerato coronavirus sono attualmente al centro di un aspro confronto nello spazio mediatico di Russia.

Il 22 marzo, alcuni dirigenti e militanti della Unione popolare per il ripristino dell’Unione Sovietica, una associazione costituita nel dicembre del 2019, hanno organizzato una tavola rotonda sul tema di grande attualità “coronavirus: la lotta contro il virus o contro i diritti del popolo?”.

Il relatore principale è stato il professor Igor Gundarov, uno scienziato impegnato nel sociale, molto attento al contributo del cristianesimo al progresso delle scienze umanitarie pur essendo, come ha detto più volte, “sostenitore del marxismo”.

Si possono riassumere gli interventi del professore Gundarov e di altri relatori in poche parole indirizzate allo Stato e ai mass media: “Smettere il terrorismo psicologico!”.

In modo adeguato, dettagliato e corretto, questa idea è stata spiegata nella lettera aperta che i partecipanti alla sopradetta tavola rotonda hanno indirizzato al Presidente della Federazione Russa, al Governo, al Ministero della salute pubblica. Il testo integrale è disponibile in Rete al sito web www.yaplakal.com/print/forum7/topic2092702.htm.

Molti cittadini russi l’hanno firmato. Nella parte conclusiva di questo documento sono elencate le rivendicazioni che esprimono lo stato d’animo del popolo russo e di altri popoli del paese che vivono condizioni di paura e di povertà. Per cogliere il senso della situazione presente, basta leggere queste rivendicazioni:

smettere subito di traumatizzare la popolazione, proibire a tutti mass media federali di dedicare alla informazione attinente al coronavirus più di 20% del tempo delle loro trasmissioni;

i dati statistici ufficiali non sono tali da giustificare decreti relative alla epidemia e tanto meno alla pandemia. Occorre abolire la quarantena inutile nelle scuole e nelle università e ristabilire l’insegnamento normale;

occorre costituire una commissione di esperti autonomi i quali dovrebbero elaborare i provvedimenti medico-sanitari urgenti e la strategia di profilassi di questa malattia.

Non sappiamo al momento quale sia stata la reazione dei destinatari alla lettera dei medici e dei cittadini. La reazione degli utenti della Rete (in Russia sono chiamati all’inglese «useri») è stata molto vivace, prevalentemente di approvazione.

Condividi: