SOCIETÀ, carceri. Emergenza coronavirus e sovraffollamento, appello di don Raffaele Grimaldi

Il messaggio dell’Ispettore dei Cappellani delle carceri rivolto a cappellani, direttori degli Istituti e al personale della Polizia penitenziaria

«Noi tutti, credenti e non, mai come in questo momento siamo chiamati ad essere uomini di Speranza e vedere al di là delle fitte tenebre che si sono impadronite della nostra vita la Luce di un Dio che non muore, ma che ci invita a guardare la Vita, la Vittoria certa, fatta di lotta e di impegno comune».
Questo il messaggio dell’Ispettore dei Cappellani delle carceri d’Italia, don Raffaele Grimaldi, rivolto a cappellani, direttori degli Istituti di pena, Polizia penitenziaria, all’area educativa e ai volontari, oltreché al personale, alle famiglie e a quanti operano in tutta la realtà carceraria.
Si tratta di un universo molto sentito dal papa, al punto che l’ultima Via Crucis è stata interamente dedicata ai detenuti.
Il messaggio dell’Ispettore, rivolto a tutta la realtà carceraria, è un invito pastorale di incoraggiamento e di speranza, soprattutto in questo tempo in cui le criticità dovute all’emergenza sanitaria e alle conseguenti misure restrittive, richiedono maggiore osservazione e vigilanza da parte di tutti.
«Il Cristo risorto non cerchiamolo però lontano da noi, Lui è più che mai presente. Lui continu la sua passione con tutti gli ammalati che in questi mesi affollano i nostri ospedali. Lui continua a rialzarci e a fasciare il nostro dolore, attraverso i tanti medici e operatori sanitari che con grande abnegazione stanno donando anche la loro vita. Lui continua ad incontrare gli ultimi, i poveri, gli emarginati, attraverso gli uomini e donne di buona volontà che, in questo tempo, con le loro mani offrono solidarietà e attenzione», ha affermato don Grimaldi, che, con riferimento alla pandemia in atto ha voluto poi concludere: «In questi giorni ognuno di noi si interroga: quando finirà questa sofferenza, questa guerra mondiale, causata da un nemico invisibile? Cosa possiamo fare in questo tempo di smarrimento, noi che crediamo in un futuro migliore?»

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