«Stiamo assistendo al gioco delle tre carte tra Usa, Arabia Saudita e Russia, questo oggi è il contesto geopolitico del petrolio. Da giorni le aziende dello shale oil statunitensi chiedono sostegno economico al Congresso, ma dall’altra parte le Oil Companies americane vogliono un taglio netto della produzione petrolifera per far sì che le quotazioni del Wti e del Brent ritornino sopra i 50 dollari al barile.
FederPetroli Italia ritiene che la Penisola arabica, con un forte approvvigionamento a tappeto effettuato nelle ultime tre settimane, stia sfruttando appieno “l’effetto Covid-19”, riuscendo politicamente ed economicamente a tagliare fuori dal mercato tutte quelle piccole aziende di trivellazione americane».
Questa l’opinione del presidente di FederPetroli Italia Michele Marsiglia, espressa in un lancio dell’agenzia stampa “La Presse” diffuso pochi minuti fa.
Nel medesimo comunicato egli ha poi aggiunto che: «Da qualche giorno le quotazioni stanno risalendo e oggi sulla positività di Wall Street il Wti viaggia intorno ai 27 dollari a barile (+6.58%), mentre il brent è a 34,36 dollari al barile (+4,69%) , queste almeno le quotazioni registrate alle ore 16:00 in Italia. Dunque, il famoso crash energetico ipotizzato è stato solo una manovra economica sulle piazze internazionali. Nell’Opec+ la comunità petrolifera internazionale non ha riposto mai una totale fiducia nella pseudo organizzazione nata qualche tempo fa, poiché si tratta soltanto di una diversificazione dell’Opec costituita per dare parola alla Russia».
«In questa situazione – ha infine concluso il presidente di FederPetroli Italia – il Medio Oriente continua a essere mercato fondamentale per le quote petrolifere internazionali, nonché ago della bilancia. I prezzi ritorneranno a salire con gradualità, nonostante qualsiasi decisione possa prendere l’Opec+, ma l’Arabia Saudita potrà sempre e in ogni momento provocare un shock momentaneo grazie alle provviste di greggio effettuate in questo periodo».