ISRAELE, politica. Il governo di unità nazionale nasce sull’emergenza coronavirus

Dopo le dichiarazioni di Benny Gantz è stata annunciata la formazione dell’esecutivo, ma Kahol Lavan si spacca e Yair Lapid accusa il leader della sua (ex) coalizione di aver venduto i propri voti a Netanyahu

Israele, Natanyahu e Gantz

Il leader della  formazione politica Kahol Lavan (blu-bianco) Benny Gantz formerà con il Likud un esecutivo di unità nazionale, nel quale, almeno nella fase iniziale, egli ricoprirà il ruolo di presidente della Knesset, il parlamento israeliano, mentre Benjamin Netanyahu ne resterà alla guida nelle vesti di premier.

L’alternanza alla premiership è stata prevista per il settembre 2021 base di un accordo stipulato nel pomeriggio dai due maggiori contraenti della politica israeliana nel pieno della drammatica emergenza coronavirus.

La decisione di Gantz di unire le forze con Netanyahu ha generato immediatamente degli effetti disastrosi nella sua variegata coalizione di appartenenza, infatti Kahol Lavan ha sostanzialmente collassato sotto il peso delle dure dichiarazioni di uno dei suoi più rappresentativi esponenti.

Infatti, il numero due Yair Lapid, da sempre fermamente contrario a una soluzione del genere della crisi politica fino a oggi in atto, che aveva condotto il Paese a ripetute elezioni anticipate, si è scagliato contro Gantz accusandolo di aver mercanteggiato i voti di Kahol Lavan con Netanyahu.

È noto che Lapid avrebbe preferito che Israele fosse andato alle quarte elezioni anticipate piuttosto che vedere il blu-bianco alleato di governo di Netanyahu.

In seguito, anche la componente Telem di Yesh Atid e Moshe Ya’Alon ha annunciato formalmente la sua uscita dalla coalizione politica di centro dopo che essa aveva unito le proprie forze con il Likud.

A questo, la coalizione di governo in formazione potrebbe contare su una solida maggioranza di 78 o 79 parlamentari alla Knesset, con Likud, Avodah, Yamina, Shas e L’Ebraismo della Torah Unito al governo, relegando all’opposizione Yesh Atid, Telem, Meretz e Yisrael Beytenu di Avigdor Liberman, oltre, ovviamente, alla lista dei partiti arabi coalizzatisi alle ultime elezioni.

Questo seppure nei prossimi giorni potrebbero verificarsi abbandoni di singoli parlamentari da un blocco all’altro.

L’accordo di unità nazionale ha preso forma mentre la Knesset si riuniva per eleggere il proprio nuovo portavoce dopo le dimissioni rassegnate mercoledì scorso dal likudnìk Yuli Edelstein.

La coalizione emergente includerà dunque anche il Partito laburista, separatosi dunque dalla sinistra rappresentata dal Meretz. Quanto a Gantz, egli resterà presidente della Knesset soltanto per un breve periodo, poiché una volta formatosi l’esecutivo di unità nazionale andrà ad assumere la guida del dicastero degli esteri in attesa della prevista alternanza con Netanyahu, con la presidenza del parlamento che tornerà nelle mani del Likud.

Mercoledì Netanyahu e Gantz avevano discusso la possibilità di istituire un governo di emergenza allo scopo di affrontare l’epidemia da coronavirus, anche se di questa soluzione in Israele si discuteva ormai da tempo.

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