di Claudio Franchi (storico dell’arte) – La natura ci presenta il conto e lo nelle forme di un virus strisciante e subdolo che non possiamo percepire e che ci costringe agli arresti domiciliari, ci priva della libertà, ci angoscia e ci intristisce per le dure perdite di persone care.
Abbiamo voluto sfidare la natura senza renderci conto che siamo ospiti e ci risponde come solo la natura sa fare, si difende attaccandoci, incurante delle sofferenze e delle paure che ci avvinghiano.
Nel momento in cui abbandoniamo le nostre auto e le fabbriche e i cieli si fanno più tersi e le acque più trasparenti la natura sembra inviarci un messaggio: smettila uomo di attaccarmi, di sfruttare le mie risorse per la tua avida sete di potere, basta con lo sfruttamento delle risorse della terra, basta con l’industria che macina energia e consuma senza limiti, basta con le tecnologie super riproduttive che sfornano merci di cui nessuno ha bisogno. Rispettami!
Ricomincia a usare le mani in modo che ciò che trasformi possa essere fatto con la lentezza che mi consente di rinnovare le risorse che ti consento di usare. E ancora: torna a usare le mani per coltivare la terra che ti ha sempre donato ciò di cui nutrirti, torna ad essere l’uomo artigiano e contadino che in migliaia di secoli ha rispettato l’equilibrio delle cose.
Infine, uomo del terzo millennio, quando tutto questo sarà passato, non pensare che io mi sia dimenticata dei danni che hai fatto nel breve volgere dell’ultimo secolo con le tue invenzioni scellerate.
Perché io sarò lì se ce ne sarà bisogno, a ricordartelo e stavolta non credo che mi fermerò, farò del tutto per eliminarti affinché tu non mi distrugga.
Firmato: la Natura