CORONAVIRUS, emergenza e speculazioni. Vendite a prezzi «abnormi» di prodotti per la prevenzione: il contrasto del fenomeno mediante l’Osint.

Mascherine e liquidi igienizzanti venivano commercializzati attraverso il web sui portali di e-commerce Amazon e E-bay, i rincari fino al 4.000% dei prezzi di mercato. Il Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche della Guardia di Finanza ha deferito all’Autorità giudiziaria quarantotto persone, italiani e stranieri

Contro la pandemia di coronavirus «Siamo in guerra», questo si sente frequentemente  affermare dai decisori politici italiani e dagli opinionisti. e, come ogni guerra che coinvolge direttamente la popolazione, non potevano mancare i borsari neri 2.0, sciacalli che, profittando del clima di ansia e incertezza che pervade il Paese, si arricchiscono a spese della gente vendendo prodotti a volte essenziali a prezzi di molto superiori a quelli normalmente praticati sui mercati.

Ma oggi, a differenza del passato, questi soggetti possono avvalersi di strumenti come il web, che permette loro di penetrare capillarmente l’ampio bacino di potenziali clienti.

Attraverso Internet, infatti, sono in grado di far pervenire a tutti le loro offerte di beni che scarseggiano nei normali circuiti commerciali.

Quali i prodotti per l’igiene e la prevenzione dal contagio dal virus Covid-19, mascherine e gel igienizzanti o salviette antibatteriche, prodotti posti in vendita tramite i portali di e-commerce Amazon e E-bay, offerti a prezzi esorbitanti rispetto ai costi di produzione e di distribuzione, nonché ai prezzi praticati in situazioni non emergenziali.

Il Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche della Guardia di Finanza, unità specializzata nelle investigazioni in Rete, monitorando i vari siti web nel quadro di una operazione investigativa caratterizzata dal ricorso alle tecniche di ricerca sulle cosiddette «fonti aperte» (Open Source Intelligence, OSINT), hanno dapprima rilevato trentasei offerte di vendita illegali – in seguito sottoposte a sequestro su  disposizione del Gip su richiesta della Procura della Repubblica di Milano – e, successivamente, deferito all’Autorità giudiziaria quarantotto persone.

Si tratta di sedici vendors italiani, ventotto di cittadinanza estera e quattro ancora in via di identificazione, soggetti ai quali è stata contestata la violazione dell’art. 501 bis del Codice penale, norma che punisce le manovre speculative sui prodotti di prima necessità, sanzionando il reo con una pena dai mesi sei agli anni tre di reclusione e con la multa da 516 a 25.822 euro.

Come accennato, le investigazioni su Internet sono state effettuate attraverso consolidate metodologie Osint, tecnica sviluppata nell’ambito dell’Intelligence che consente di reperire, aggregare e strutturare le informazioni liberamente accessibili su una grande varietà di fonti appunto «aperte» (pubblicazioni, elenchi telefonici, librette, siti web, eccetera), nel caso di specie con l’obiettivo di porre in evidenza fenomeni speculativi.

Le Fiamme gialle hanno così ricercato le offerte di vendita che avevano uno specifico riferimento al coronavirus, rivolte alla potenziale clientela sull’intero territorio nazionale mediante pagine web in lingua italiana che recavano la possibilità di spedizioni dirette a domicilio.

La comparazione dei prezzi di vendita applicati nel periodo gennaio-febbraio 2020, quindi prima dell’esplosione dell’emergenza virus in Italia, e quelli attualmente proposti (comparazione effettuata utilizzando applicativi software di tracciamento dei prezzi noti come price tracer), ha fatto emergere non poche anomalie, quali aumenti di prezzi oscillanti tra il 150% e oltre il 1.000 per cento.

In un singolo caso, le mascherine di tipo chirurgico, le più semplici e con limitata azione protettiva da eventuali contagi, e del costo di pochi centesimi, erano venivano vendute in confezioni da cinquanta pezzi al costo di 80 euro, con un rincaro che raggiungeva il 4000 per cento.

Anche le soluzioni gel igienizzanti, approfittando della necessità di assicurare una frequente disinfezione delle mani anche in mancanza di acqua, venivano commercializzate con rincari ingiustificati fino al 600 per cento.

Gli annunci sequestrati erano stati pubblicati nella rete Internet da cittadini italiani residenti in Veneto, Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia, e anche da stranieri, sia europei che extraeuropei.

Si è risaliti anche alla provenienza dei prodotti, localizzata in Germania, Regno Unito, Francia e Repubblica Popolare cinese.

Ovviamente, le azioni di contrasto a manovre speculative del genere, perpetrate sul web e su strada proseguiranno anche nelle prossime settimane.

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