CORONAVIRUS, comunicazione. Opinione pubblica e decisori politici in Italia durante la pandemia

Di comunicazione e politica nella fase del contenimento del contagio da Covid-19 a insidertrend.it parla il professor Marco Cacciotto, docente di Marketing politico e Comunicazione elettorale

La pandemia Covid-19 costituisce una assoluta novità e sia la classe politica che gli operatori dell’informazione, categorie entrambe sfiduciate dall’opinione pubblica nazionale, sono state travolte dalla drammatica novità.

Con l’inizio della rapida diffusione dei contagi in Italia si è assistito a un oscillazione dei messaggi diretti all’opinione pubblica, una commendevole «tarantella mediatica» dalle marcate finalità propagandistiche. Scienziati, medici ed esperti della materia messi l’uno contro l’altro negli studi televisivi, nei social forum e sulle pagine dei giornali.

E proprio la sfiducia nei mass media ha spinto le persone allarmate dagli sviluppi della situazione a consultare con sempre maggiore frequenza il web, a incrociare i propri commenti con quelli degli altri internauti e, però, a esporsi pericolosamente alle insidie delle fake news che si annidano nella rete.

Poi però, con l’aggravarsi della crisi nel Paese, anche i politici più adusi alla demagogia hanno assunto un profilo maggiormente discreto: oggi non è più possibile “abbaiare” nel canile della polemica politica, anche perché sensazionalismo e conflittualità non risultano più convenienti al tornaconto nei termini della captazione del consenso del potenziale elettore, traducibile successivamente dapprima nei sondaggi e quindi in voti nelle urne.

Infatti, ora è il momento di abbassare i toni, di mantenere basso il profilo, poiché adesso sugli schermi conviene di più non apparire che apparire, questo per evitare sovraesposizioni mediatiche e assuefazione nella gente.

Da questo punto di vista il Presidente del Consiglio dei ministri, consumato dallo stress della drammatica condizione nella quale in poche settimane è precipitato il Paese, è finalmente riuscito ad approcciarsi in maniera più efficace all’opinione pubblica.

Quest’ultimo pare abbia superato la fase degli errori, commessi al principio di una innegabilmente difficile gestione della comunicazione in un contesto caratterizzato da diffusa ansia e paura.

In precedenza a Palazzo Chigi non si riusciva (o non si poteva) comunicare attraverso un’unica voce, con conseguenti effetti deleteri, poiché le informazioni, spesso contrastanti, ingeneravano confusione nella popolazione.

Tutto questo è stato superato, anche grazie all’affidamento fideistico dall’opinione pubblica a Giuseppe Conte, vertice di un sistema che non può non cercare di essere coeso (almeno apparentemente) per cercare di superare col minor danno possibile questa tremenda crisi.

Egli ha affinato le sue tecniche e oggi rende di sé  una immagine “decisionista”, utile a questa corsa contro il tempo, nel tentativo disperato di contenere il contagio del virus sul territorio italiano.

Questa è la posta in gioco, il veloce raggiungimento del “picco” prima che le strutture sanitarie italiane collassino.

Tuttavia sui tempi non c’è certezza, dato che purtroppo, nonostante i piccoli passi in avanti, non si profila una prospettiva finale della pandemia.

La comunicazione di Palazzo Chigi e del circo mediatico dovrà egualmente abituare – con il necessario diritto alla critica, anche severa – ai disagi sofferti dalla popolazione, evitandone la disaffezione e lo sbracamento.

Nella trepidante speranza che questo Paese regga, tutti i calcoli e le cabale politiche vengono rinviate al domani. Alla fine dell’emergenza, quando si faranno i conti con le responsabilità della classe politica (tutta intera) e, forse, anche le eventuali capitalizzazioni dei consensi e delle posizioni di forza maturate da qualcuno in questa tragedia nazionale.

Ma, con ogni probabilità, si tratterà di un altro film, girato sulla base di un altro copione e con altri attori, le nuove istanze che potranno pervenire da vari settori della società, che, duramente segnata dal Coronavirus farà pesare sul piatto della bilancia le proprie istanze.

Sul tema concernente la comunicazione e la politica durante la pandemia Covid-19 insidertrend.it ha interpellato il professor Marco Cacciotto, docente di Marketing politico e comunicazione elettorale presso l’Università di Torino e fondatore dell’agenzia di consulenza politica “Public, strategia per il consenso”. L’audio integrale dell’intervista e fruibile su questo sito web (A228).

A228 – CORONAVIRUS, COMUNICAZIONE E DECISORI POLITICI DURANTE LA PANDEMIA. Ai microfoni di insidertrend.It il professor MARCO CACCIOTTO, docente di Marketing politico e Comunicazione elettorale presso l’Università di Torino e fondatore dell’agenzia di consulenza politica “Public, strategia per il consenso”.
La pandemia Covid-19 costituisce una assoluta novità e sia la classe politica che gli operatori dell’informazione, categorie entrambe sfiduciate dall’opinione pubblica nazionale, sono state travolte dalla drammatica novità.
Con l’inizio della rapida diffusione dei contagi in Italia si è assistito a un oscillazione dei messaggi diretti all’opinione pubblica, una commendevole «tarantella mediatica» dalle marcate finalità propagandistiche. Scienziati, medici ed esperti della materia messi l’uno contro l’altro negli studi televisivi, nei social forum e sulle pagine dei giornali.
E proprio la sfiducia nei mass media ha spinto le persone allarmate dagli sviluppi della situazione a consultare con sempre maggiore frequenza il web, a incrociare i propri commenti con quelli degli altri internauti e, però, a esporsi pericolosamente alle insidie delle fake news che si annidano nella rete.
Condividi: