CORONAVIRUS, rivolte nelle carceri. L’epidemia è soltanto il detonatore di una situazione divenuta da tempo insostenibile

Proteste violente in ventisette istituti, sette morti a Modena, mentre i parenti dei reclusi bloccano Via Tiburtina nei pressi di Rebibbia. Bonafede sul web afferma di voler aprire al dialogo: «Io ascolto tutti e parlo con tutti, ma la violenza è inaccettabile», poi annuncia una «task force» formata anche dal Garante delle persone private della libertà Mauro Palma. A insidertrend.it la leader radicale Rita Bernardini lancia un appello ai detenuti: «Le violenze sono controproducenti per voi stessi»

Sale dunque a sette il numero di detenuti morti nel corso della rivolta divampata la scorsa domenica all’interno della casa circondariale di Modena, degenerazione della protesta inscenata dai reclusi contro le disposizioni adottate dal Governo per fronteggiare il contagio da Covit-19, il virus che sta mietendo centinaia di vittime in tutta Italia, misure che prevedono la sospensione dei colloqui con i parenti all’interno delle carceri.

Le violenze avevano avuto inizio all’ora di pranzo, quando alcuni detenuti avevano incendiato i locali di uno dei padiglioni del carcere, una situazione che è poi degenerata fino a trasformarsi in guerriglia quando nella struttura di Strada Sant’Anna gli agenti della Polizia di Stato e i militari dell’Arma dei Carabinieri erano giunti in supporto dei loro colleghi della Polizia Penitenziaria allo scopo di sedare la rivolta.

Decine di detenuti erano stati bloccati e successivamente trasferiti in altre strutture, altri invece prima di arrendersi avevano assaltato l’infermeria appropriandosi di alcune confezioni di metadone oltre ad altri farmaci.

Proprio l’abuso di sostanze stupefacenti viene attribuito dalle Autorità quale causa dei decessi, seppure, ovviamente, in casi del genere non si può che attendere gli esiti degli esami peritali effettuati sui cadaveri dai medici patologi.

Tra le persone rimaste ferite figura anche un agente della Penitenziaria e sette sanitari, tutti ricoverati in ospedale con lesioni lievi.

Tuttavia Modena non rappresenta una eccezione, poiché è soltanto il cruento esempio di una situazione, quella delle carceri italiane, insostenibile ormai da tempo, caratterizzata dal sovraffollamento e da quotidiani fenomeni di illegalità.

Il Coronavirus ha funto dunque soltanto da detonatore in un contesto estremamente degradato, alimentando oltremodo la tensione preesistente.

La fase che attraversa il Paese è drammatica, ieri, dopo che molte delle proteste erano cessate, un tesissimo Alfonso Bonafede è apparso sul web cercando di placare gli animi lanciando un appello.

«Stiamo operando per garantire tutte le cautele mediche affinché si possa garantire la più rapida ripresa dei colloqui dei detenuti con i loro familiari, in modo che il Coronavirus abbia il minore impatto possibile in una realtà difficile come quella delle carceri», ha dichiarato il guardasigilli, aggiungendo però che

Quindi ha annunciato la costituzione di una task force che monitorerà continuamente la situazione nelle carceri, essa verrà formata dalle unità di crisi del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria e del Dipartimento della Giustizia minorile e di comunità, che sarà in continuo contatto con i rappresentanti della Polizia Penitenziaria, i direttori delle strutture e con il Garante delle presone private della libertà Mauro Palma.

«Io ascolto tutti e parlo con tutti – ha infine concluso il ministro della Giustizia –, ai detenuti che vogliono tutelare la loro salute e quella dei loro famigliari dico di mantenere la calma e di rispettare le regole, perché deve essere chiaro che ogni protesta attraverso la violenza è solo da condannare e non porterà ad alcun risultato».

Tuttavia è evidente che le cause di questa esasperazione risalgono nel tempo, sono infatti il deleterio prodotto di politiche della Giustizia che hanno condotto il sistema carcerario italiano al degrado più estremo.

Sono numerosi i problemi che affliggono le carceri di questo Paese, più volte sottolineati da quei pochi esponenti del mondo politico che, con coraggio, si sono esposti in prima persona a dure critiche denunciando l’assenza di legalità nel sistema.

Alla luce dei drammatici eventi verificatisi in questi ultimi giorni, insidertrend.it ne ha ha parlato con Rita Bernardini, presidente dell’Associazione Nessuno tocchi Caino e membro del Consiglio direttivo del Partito Radicale, da anni in prima linea nella battaglia per la salvaguardia dei diritti dei cittadini, dentro e fuori dalle prigioni.

Di seguito, oltre all’intervista che ha rilasciato a insidertrend.it Rita Bernardini, è possibile ascoltare anche le registrazioni degli interventi di ieri del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e del Garante dei detenuti Mauro Palma, quest’ultimo ospite assieme a monsignor Rino Fisichella del TG3 Linea Notte di domenica scorsa.

A225 – CORONAVIRUS, RIVOLTA NELLE CARCERI ITALIANE: INTERVISTA CON RITA BERNARDINI. Sette morti nel carcere di Modena, ma il Coronavirus è soltanto il detonatore di una miscea esplosiva pronta a esplodere ormai da tempo.
«La violenza è controproducente per voi stessi», appello alla calma lanciato dalla presidentessa dell’Associazione Nessuno tocchi Caino e membro del Consiglio esecutivo del Partito Radicale. L’analisi della situazione a partire dalle violente proteste degli ultimi giorni.
A226 – CORONAVIRUS, RIVOLTA NELLE CARCERI ITALIANE: DICHIARAZIONI DEL MINISTRO BONAFEDE. Appello alla calma lanciato dal guardasigilli, alle prese con una situazione che rischia di degenerare.
«Io ascolto tutti e parlo con tutti, ma la violenza è inaccettabile e non produrrà risultati», il titolare del dicastero di via Arenula interviene sul web.

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