Epidemia o pandemia? La differenza si nasconde dietro due obbligazioni emesse nel 2017 dalla Banca Mondiale, che andranno a maturazione nel luglio 2020.
A seconda del numero dei morti e del livello di diffusione del virus il capitale che è stato raccolto verrà rimborsato parzialmente o andrà tutto perduto. La macabra contabilità dei decessi risulta essenziale per lo schema.
DUE OBBLIGAZIONI CATASTROFE
Si tratta di due catastrophe bonds (bond catastrofe), ovvero di una duplice assicurazione nel caso di una sciagura naturale come quella del Covid-19, destinata a raccogliere fondi per i Paesi poveri chiamati a fronteggiare pandemie globali.
La Banca Mondiale le ha emesse in due tranches con il fine di finanziare il progetto Pandemic Emergency Financing Facility, per un controvalore all’asta di 425 milioni di dollari.
La prima, più sicura ammontava a 225 milioni e staccava una cedola annuale del 6,9%, mentre la seconda, più rischiosa, ha un valore totale di 95 milioni di dollari e staccava un rendimento annuale dell’11,5%.
QUANDO SCATTA IL DEFAULT
Entrambe le obbligazioni prevedono due livelli di mortalità, raggiunti i quali scatta la clausola di default, ovvero la perdita di tutto l’investimento da parte dei detentori dei bond.
Nel primo caso, occorreva arrivare a 2.500 morti nel Paese epicentro della pandemia più altri 20 in un Paese terzo. Numeri, purtroppo, già raggiunti da Cina e Italia.
Il secondo caso, che paga rendimenti più alti, presenta anche un rischio più elevato per l’investitore poiché ipotizza un numero minore di morti a causa della diffusione di un virus.
Il Covid-19 ha già superato il livello di decessi previsti dalle clausole che regolavano l’emissione del bond e ciò mette seriamente a rischio la maturazione degli interessi previsti.
NON E’ UN PROBLEMA SEMANTICO
“La buona causa” all’origine dell’emissione di queste obbligazioni è evidente. Per un paese africano molto povero, qualche centinaio di milioni di dollari può fare la differenza e salvare tante vite.
Ma intanto le clausole delle obbligazioni coinvolgono l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), chiamata a dirimere quella che a un profano potrebbe apparire solo una questione semantica.
Come tutte le obbligazioni, infatti, anche queste devono soddisfare una serie complessa di regole, la prima delle quali è la proclamazione ufficiale di una pandemia globale da parte dell’OMS.
Definire lo sviluppo mondiale del Corona virus non è dunque un problema semantico. Poiché da esso scaturiscono implicazioni di ordine economico e finanziario, per quanto esse possano apparire di dubbia moralità.
Questa notizia è stata pubblicata lo scorso 25 febbraio da Bloomberg, un sito di informazione economico autorevole e molto all’interno del “sistema” finanziario mondiale. (https://www.bloomberg.com/news/articles/2020-02-25/catastrophe-bonds-signal-coronavirus-nearing-pandemic-status).