COMUNITÀ EBRAICA ROMA, visita di Mattarella. «Il vostro contributo è un pilastro per l’Italia»

Prima visita il Presidente della Repubblica al Tempio Maggiore della capitale, accolto da centinaia di bambini delle scuole ebraiche. Di Segni (rabbino capo di Roma): «la diversità rappresenta una ricchezza e un privilegio di libertà»

Questa mattina il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è recato in visita alla grande Sinagoga di Roma, in Lungotevere de’ Cenci.

Dopo aver visitato in forma privata l’adiacente Museo ebraico, il Presidente si è rivolto alle centinaia di bambini e ragazzi che frequentano le locali scuole ebraiche ricordando loro il periodo della sua gioventù.

«Quand’ero ragazzo – ha affermato Mattarella rivolgendosi a loro -, ho vissuto a lungo a Roma e mi sentivo romano, ma già alle elementari i miei amici e compagni di scuola mi presentavano un vecchio detto popolare romano, che “si può essere romani soltanto se si hanno alle spalle sette generazioni nate a Roma”. Voi avete 2.200 anni alle spalle. Sono ben pochi a Roma che possono sentirsi più romani di voi. Questa considerazione mi induce a esprimere riconoscenza alla Comunità ebraica italiana per il contributo che ha recato al nostro Paese nella sua storia, nella sua cultura, nella sua arte, nella sua civiltà, nella sua vita sociale e in quella delle Istituzioni».

Un contributo quello dell’ebraismo italiano che il Presidente definisce «di altissimo livello, con il proprio carattere, le proprie specificità, la propria cultura. E questa differenza, diversità di apporti, è la ricchezza del nostro Paese».

All’atto del saluto agli studenti, accompagnato dall’augurio espresso in lingua ebraica «lechaim» (letteralmente: «alla vita») Mattarella ha poi voluto sottolineare che ottantadue anni fa il Paese visse la vergogna delle leggi razziali «e i tempi tragici che ne seguirono».

Egli ha Infine reso omaggio ai personaggi del mondo ebraico che ha avuto modo di conoscere nel corso della sua vita, come il rabbino Elio Toaff e i Presidenti dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane Tullia Zevi e Renzo Gattegna.

«Sono figure che non dimentico – ha detto il Presidente -, figure che insieme a tante altre della Comunità ebraica italiana e romana hanno recato al nostro Paese contributi di tale valore per i quali esprimo riconoscenza per quanto hanno fatto e hanno donato».

Il Rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni ha dunque porto i suoi ringraziamenti a Mattarella per aver sottolineato come la diversità rappresenti una ricchezza.

«Nel suo messaggio per il Capodanno – ha affermato Di Segni – il Presidente ha citato e condiviso questa citazione: “Quando perdiamo il diritto di essere differenti, perdiamo il privilegio di essere liberi”. La differenza di cui siamo portatori la viviamo come un arricchimento per tutti. La società che ha paura del diverso, che vuole omologare tutti quanti, non è più una società libera».

La Presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello, nel suo intervento ha invece inteso prendere spunto dalle parole scritte nel Talmud, il testo fondamentale dell’ebraismo, sul quale si basa tutta la tradizione morale e giuridica post-biblica.

«È scritto che il mondo si regge sul fiato dei bambini delle scuole. Oggi i bambini presenti qui nel Tempio Maggiore sono quelli delle scuole ebraiche. Ora, se il mondo si regge sul fiato dei bambini, posso dire che il futuro degli ebrei in Italia dipende esclusivamente dagli alunni delle scuole ebraiche. Luoghi vivi, dove vengono formati i cittadini italiani del domani, in cui vengono insegnati valori positivi in una società dove l’odio è sempre più presente, attraverso gli insegnamenti della tradizione ebraica. In queste regole, nei valori millenari della nostra cultura, c’è il significato della nostra diversità, con cui contribuiamo a rendere l’Italia un posto migliore, più bello e di cui siamo parte orgogliosamente avendo contribuito a renderla unita».

Una visita, quella compiuta dal capo dello Stato, tesa a sottolineare l’amicizia e l’intesa sui temi condivisi. Come l’uguaglianza e il rispetto delle diversità, poiché, ha egli affermato, «la democrazia esiste perché dà voce alle diversità e a contributi differenti, e il contributo della comunità ebraica italiana è un pilastro del nostro Paese» ha detto il Capo dello Stato al Tempio Maggiore

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