In occasione della riunione interministeriale dell’International Follow-up Committee sulla Libia che ha avuto luogo a Monaco di Baviera, il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale Luigi Di Maio ha dichiarato che: «Dobbiamo tenere il punto sull’embargo delle armi. Ci vuole una missione dell’Unione europea che sia in grado di bloccare l’ingresso delle armi in Libia, poiché noi crediamo che oltre al cessate il fuoco occorra anche una missione di monitoraggio, è infatti l’unico modo per garantire il cessate il fuoco tra le parti».
Al riguardo, il titolare del dicastero della Farnesina ha poi aggiunto che: «Ci siamo detti che l’Unione europea deve svolgere un ruolo fondamentale per bloccare l’ingresso di armamenti in Libia, anche perché si tratta di armi che qualcuno da a una parte ma che a volte poi vengono vendute al mercato nero a un’altra parte, e quindi il caos è totale».
Di Maio ha concluso affermando che: «L’unico modo per garantire un cessate il fuoco totale è togliere le armi che stanno circolando in Libia per questa guerra, ma per farlo dobbiamo creare una missione europea e, domani mattina, ci sarà una riunione importantissima al Consiglio degli Affari esteri dell’Unione europea alla quale parteciperanno tutti i ministri degli Esteri. Lì discuteremo di una missione che consenta di bloccare l’ingresso delle armi via aria, via terra e via mare. Perché anche nell’ultimo mese purtroppo ci sono state violazioni dell’embargo e anche violazioni della tregua, ma è una tregua che, allo stesso modo, non vede avanzare le parti, quindi è una tregua debole, ma già un passo avanti. La riunione odierna ha messo attorno a un tavolo tutti i rappresentanti dei Paesi che hanno influenza in Libia».
Nell’occasione, Di Maio ha ricordato di essersi recentemente recato sia a Tripoli che a Bengasi, dove avrebbe maturato la convinzione che entrambi i belligeranti riporrebbero fiducia nel cosiddetto «5+5», cioè la commissione istituita a seguito della Conferenza di Berlino.
Secondo Di Maio anche il comandante dell’Esercito nazionale libico (Lna), generale Khalifa Haftar, «ha mostrato una certa fiducia», mentre «la proposta avanzata a Berlino di rendere il formato “E3” più flessibile, e invitare l’Italia ai negoziati assieme a Germania, Francia e Regno Unito, rappresenta un riconoscimento importante al lavoro svolto dal nostro Paese sia in Libia sia su tutti gli altri tavoli internazionali più importanti. Si tratta di un’ulteriore segnale di amicizia tra la Germania e l’Italia ed è per questo che ho ringraziato il ministro degli esteri Heiko Maas per questa proposta proveniente dal Governo della Repubblica federale tedesca».
Lo stesso Maas ha poi confermato che il prossimo incontro del Comitato internazionale di monitoraggio sulla Libia in programma per il prossimo mese di marzo si terrà a Roma.
Infine, nella dichiarazione congiunta emessa al termine dei lavori dell’International Follow-up Committee che ha avuto luogo a Monaco di Baviera si afferma che:
«I ministri degli Esteri dei Paesi che hanno partecipato alla Conferenza di Monaco sulla sicurezza hanno firmato oggi una dichiarazione congiunta sulla Libia, nella quale si condannano le violazioni all’embargo sulle armi imposto dalle Nazioni Unite e viene chiesto un più efficiente monitoraggio del blocco. I capi delle diplomazie hanno discusso delle deplorevoli violazioni all’embargo sulle armi, rinnovando la loro determinazione nel contribuire alla sua attuazione accogliendo favorevolmente i progressi rispetto a un più efficiente monitoraggio dell’embargo».
In mattinata i ministri avevano partecipato a una riunione sulla Libia che si poneva l’obiettivo di favorire l’attuazione degli accordi precedentemente raggiunti dalle parti in occasione della Conferenza di Berlino dello scorso 19 dicembre.
In futuro i ministri si incontreranno, auspice l’Onu, anche con gruppi di lavoro a livello tecnico. Il prossimo co-presidente di turno sarà l’Italia, seguita dalla Lega Araba e dall’Unione europea.