AFGHANISTAN, negoziati di pace. Spiragli a Doha: Usa e talebani di nuovo al tavolo delle trattative

La proposta per la riduzione della violenza e il ritiro delle forze armate straniere dal Paese asiatico. Mark T. Esper (segretario Usa alla Difesa): «Abbiamo la base per una trattativa e la stiamo esaminando con attenzione. L'impegno degli Usa per la Nato rimane immutato, ma attenzione alle tecnologie cinesi 5G»

Due giorni fa il presidente afghano Ashraf Ghani ha avuto una conversazione telefonica con il segretario di Stato Usa Mike Pompeo, al centro dei colloqui sono stati i progressi nei colloqui di pace tra Usa e talebani.

«Oggi sono stato lieto di aver ricevuto una chiamata dal segretario di Stato americano Mike Pompeo, che mi ha informato dei notevoli progressi compiuti nei colloqui di pace in corso con i talebani. Il segretario mi ha informato della proposta dei talebani in merito alla riduzione significativa e duratura della violenza. Questo è uno sviluppo positivo e sono lieto che la nostra posizione principale sulla pace abbia iniziato a produrre risultati fruttuosi. Il nostro obiettivo primario è porre fine allo spargimento di sangue insensato », queste le parole di Ghani.

Dal 2018 gli Usa e i talebani hanno tentato di negoziare un accordo di pace che assicurasse il ritiro delle truppe straniere dall’Afghanistan in cambio della garanzia che il paese non sarebbe diventato un rifugio sicuro per i terroristi.

I rappresentanti delle parti si sono incontrati regolarmente a Doha in Qatar per affrontare la questione, tuttavia il dialogo è stato sospeso due volte negli ultimi mesi a causa degli attacchi dei talebani.

I colloqui sono poi ripresi a gennaio, con l’ultimo round negoziale che ha avuto luogo mercoledì, quando il rappresentante speciale degli Stati Uniti per l’Afghanistan Zalmay Khalilzad e il ministro degli esteri del Qatar Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim al-Thani hanno incontrato una delegazione talebana e alcuni negoziatori al fine di discutere gli ulteriori passi nel processo di pace.

Gli Usa e i Talebani hanno dunque accettato una proposta per la riduzione della violenza in Afghanistan, e di risulta il Dipartimento della Difesa statunitense ha iniziato a lavorare con gli alleati sulla possibile strada da seguire nel negoziato.

Lo ha affermato il segretario alla difesa Usa Mark T. Esper, a seguito del suo incontro con i ministri della difesa della Nato, che ha avuto luogo ieri a Bruxelles, nell’occasione egli ha poi affermato che: «Abbiamo la base per una trattativa e la stiamo esaminando con attenzione. Stiamo consultando i nostri alleati, stiamo consultando il Congresso (degli Usa) e gli altri e credo che la pace meriti una possibilità».

Esper ha poi aggiunto che «un risultato positivo richiederà che tutte le parti rispettino gli obblighi e per gli Stati Uniti l’elemento chiave sarà la prosecuzione nel sostegno dei nostri partner afghani».

Secondo il segretario alla Difesa la Nato in linea di principio avrebbe accettato in linea di principio di ampliare il proprio ruolo in Medio Oriente:

«Abbiamo anche chiesto ai leader militari della Nato di considerare cosa potrebbe fare di più l’Alleanza per aiutare le forze di sicurezza irachene. Guardando al di là dell’Iraq, accolgo con favore le discussioni su come ampliare il ruolo della Nato in Medio Oriente per difendere l’ordine basato sulle regole internazionali, per includere lo schieramento di difese aeree e altre capacità che potrebbero scoraggiare l’aggressione e rassicurare i partner».

Oltre a discutere le operazioni in Medio Oriente, Esper ha sottolineato anche ai ministri della difesa della Nato L’importanza della condivisione degli oneri all’interno dell’alleanza, tra cui l’impegno delle nazioni membri di investire il 2% del prodotto interno lordo nel settore Difesa, «tale impegno – ha al riguardo affermato – rafforzerà i progressi già compiuti».

Tra il 2016 e il 2020 gli alleati della Nato hanno aumentato i loro investimenti di circa 130 miliardi di dollari.

Nella medesima occasione Esper non ha mancato di sottolineare agli alleati i rischi sul lungo termine connessi alle scelte economiche e commerciali, soprattutto per quanto riguarda le telecomunicazioni. In particolare – ha aggiunto – la tecnologia commerciale 5G cinese, che potrebbe porre a rischio la sicurezza della Nato.

«In fin dei conti – ha al riguardo dichiarato -, le aziende di telecomunicazioni cinesi hanno l’obbligo legale di fornire supporto tecnico e assistenza al Partito comunista, e questo ci preoccupa profondamente. Dunque affidarsi a fornitori cinesi di 5G potrebbe rendere i sistemi critici dei nostri partner vulnerabili a perturbazioni, manipolazioni e spionaggio».

«L’impegno degli Stati Uniti per la Nato rimane immutato – ha concluso Esper -, insieme formiamo l’alleanza militare multilaterale più potente del mondo, basata sui nostri valori condivisi e sui nostri interessi condivisi».

Nel video seguente, il segretario statunitense alla Difesa Mark T. Esper alla conferenza stampa presso la NATO tenuta a Bruxelles il febbraio 2020.

 

Il Segretario alla difesa Dr. Mark T. Esper partecipa ad una conferenza stampa alla conferenza ministeriale della difesa della NATO a Bruxelles, febbraio. 13, 2020.

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