SCIENZA, ricerca. Microorganismi nello spazio: lo studio dell’Esa

Uno studio sugli stress cellulari dovuti alle radiazioni cosmiche alle quali, oltre agli esseri umani, si trovano esposti anche batteri, funghi e altri microrganismi

In questa foto scattata dall’Esa (Ente spaziale europeo), l’astronauta della NASA Jack Fisher viene ritratto mentre utilizza una salviettina umidificata per pulire le superfici del modulo della cupola della Stazione spaziale internazionale.
Fisher, nel manutenere la stazione è anche intento all’esecuzione di un esperimento scientifico, poiché raccogliendo i microbi che vivono sulle superfici della navicella orbitale ne studierà poi la resistenza e l’adattabilità nel particolare ambiente spaziale.
Si tratta di un’iniziativa scientifica coordinata dalla dottoressa Christine-Moissl Eichinger, ricercatrice presso l’Università di Graz, in Austria.
Infatti, le radiazioni cosmiche espongono agli stress cellulari non soltanto gli esseri umani, ma anche batteri, funghi e altri microrganismi. Un tipico soggiorno in microgravità per un astronauta provoca l’indebolimento del sistema immunitario causando maggiori problemi di salute, dunque gli scienziati si sono posti l’interrogativo se gli stessi effetti vengono provocati anche sui microrganismi trasportati in ambianti stagni e sterili come quelli delle navicelle dagli equipaggi.
I risultati di questo studio sono stati recentemente resi pubblici in un saggio pubblicato da “Nature Communications”.

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