Non c’è «nessuna ipotesi di ritiro dei militari italiani dall’Iraq», questo è quanto ha ufficialmente precisato il Ministero della Difesa a seguito dell’escalation generata dall’uccisione del generale iraniano Qassem Soleimani a opera delle forze militari statunitensi a Baghdad.
Al riguardo, da Via XX Settembre è stato reso noto che è in atto la pianificazione relativa a una «parziale ridislocazione degli assetti fuori dalla capitale irachena», le medesime fonti di informazione hanno poi aggiunto che questo comunque non significa un’interruzione della missione militare italiana nel Paese arabo.
In precedenza, in via cautelativa erano state sospesele attività addestrative in corso effettuate in favore delle locali forze armate, mentre contestualmente era stata elevata la soglia di allarme ed erano stati ridotti i movimenti del personale militare italiano all’esterno delle basi.
Attualmente i militari italiani inviati in missione in aree di crisi a rischio sono oltre 2.000: circa un migliaio nel Libano, 800 in varie zone dell’Iraq (principalmente quella di Erbil) e 300 in Libia presso l’ospedale da capo di Misurata.