Da ieri mattina i militari del Primo Gruppo della Guardia di Finanza di Genova, su delega della locale Procura della Repubblica, stanno eseguendo perquisizioni e sequestri presso gli uffici di Autostrade per l’Italia s.p.a., Spea Engineering s.p.a. e Pavimental s.p.a..
L’attività, coordinata dalla magistratura genovese, scaturisce dall’esame dell’ingente documentazione sequestrata nell’ambito del procedimento penale relativo al crollo del Ponte Morandi, verificatosi il 14 agosto 2018, dalla quale sono emersi elementi indiziari in ordine ad alcune criticità relative alla sicurezza delle barriere integrate modello “Integautos”, con specifico riferimento a quelle installate nel primo tronco autostradale, ove sono stati registrati anche alcuni sinistri.
I militari delle Fiamme gialle sono dunque alla ricerca di documenti tecnici – quali progetti, relazioni di calcolo, collaudi, omologazione dei materiali – e amministrativo-contabili, quali l’inquadramento economico e contrattuale.
Tutto nasce dall’esame delle carte del “Morandi”, che riportavano i verificati cedimenti – due in particolare, nel 2016 e nel 2017 -, che per fortuna non provocarono né vittime e neppure danni ingenti, eventi a seguito dei quali i gestori della rete intervennero per il ripristino delle opere e la messa in sicurezza, cedimenti che avvennero in giornate di forte vento.
Tuttavia, secondo gli investigatori, dall’esame della documentazione acquisita verrebbe esplorata l’ipotesi di una riconduzione delle cause alla base dei sinistri sia a difetti nella progettazione e nell’omologazione delle barriere fonoassorbenti, sia all’utilizzo di materiali di ancoraggio che potrebbero venire ritenuti «non conformi» alla sicurezza complessiva delle opere, in quanto scarsamente resistenti.
Ora sono in fase di accertamento proprio questi aspetti, anche perché tali barriere fonoassorbenti nel tempo sono state installate su diversi tratti della rete autostradale italiana, non soltanto in Liguria ma anche in altre regioni.
Attualmente i reati penali contestati alle quattro persone indagate sono quelli di attentato alla sicurezza dei trasporti e di frode nelle pubbliche forniture, mentre le indagini sono volte ad appurare se il concessionario abbia adottato le necessarie misure allo scopo di prevenire il ripetersi cedimenti del genere che possano avere posto a rischio (e che pongano tuttora) l’incolumità degli utenti delle autostrade dove tali barriere fonoassorbenti sono state installate.