CONTRAFFAZIONE, griffe. Importatrice cinese tenta di corrompere la Guardia di Finanza: arrestata

L’operazione è stata condotta dagli uomini del III Nucleo operativo metropolitano del Comando provinciale della capitale

I militari della Guardia di finanza del Comando Provinciale di Roma hanno arrestato una ventottenne di nazionalità cinese che aveva tentato di corromperli per evitare il sequestro della merce contraffatta rinvenuta in un capannone nel quartiere Prenestino.

Durante un controllo presso un magazzino, gli uomini in forza al III Nucleo operativo metropolitano della capitale hanno scoperto la presenza di prodotti riproducenti modelli e marchi di famose griffe di alta moda e, conseguentemente, iniziato le operazioni di conteggio per la redazione del verbale di sequestro, a questo punto, una dipendente della società controllata ha avvicinato con un pretesto uno degli operanti mostrandogli una mazzetta di banconote (somma in seguito risultata pari a 2.400 euro) con l’intento di farlo desistere dal sequestro.

La giovane è’ stata arrestata in flagranza di reato e, giudicata  per direttissima dal Tribunale di Roma, condannata a due anni di reclusione per istigazione alla corruzione.

Nel corso dell’intervento le Fiamme gialle hanno sequestrato oltre 12.000 capi di abbigliamento, imitazione degli originali “Ralph Laurent” e “Versace”. Denunciato alla Procura della Repubblica anche il titolare dell’esercizio, cittadino cinese come la sua dipendente arrestata, al quale è stato ascritto il reato di importazione in territorio italiano di prodotti contraffatti.

Le due persone coinvolte non risultano avere legami familiari tra loro. Inoltre, va rilevato che non si tratta del primo caso di tentativo di corruzione del genere, poiché nello stesso quartiere, nello scorso mese di novembre si era verificato un caso analogo che aveva visto coinvolti appartenenti alla medesima comunità etnica. Infine, una considerazione sull’ammontare della somma offerta all’atto del tentativo di corruzione: 2.400 euro sarebbero stati infatti un esborso proporzionato al valore di una perdita pari a 12.000 capi di abbigliamento, seppure “griffe” contraffatte.

 

filmato del Comando Provinciale di Roma della Guardia di Finanza

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