VATICANO, Premio Ratzinger 2019. Bergoglio: «Benedetto XVI non si è mai chiuso in una cultura puramente concettuale»

Nel corso del conferimento dei premi il pontefice gesuita ribadisce la propria stima e l’affetto per il papa emerito

«Sono lieto di avere questa bella occasione per esprimere ancora una volta stima e affetto per il mio predecessore, il caro papa emerito Benedetto XVI», queste le parole pronunciate ieri da Jorge Mario Bergoglio durante la cerimonia di consegna del Premio Ratzinger 2019.

Papa Francesco ha poi ribadito la propria stima e l’affetto per il papa emerito affermando che: «Gli siamo grati per l’insegnamento e l’esempio che ci ha dato nel servire la Chiesa riflettendo, pensando, studiando, ascoltando, dialogando, pregando, perché la nostra fede si conservi viva e consapevole nonostante il mutare dei tempi e delle situazioni».

Nella IX edizione del Premio Ratzinger si è voluta privilegiare la filosofia nella sua riflessione sulla fede nel mondo contemporaneo e mettere in evidenza la teologia africana e la correlata importante missione dell’evangelizzazione del continente africano.

Per questa ragione il Premio quest’anno è stato assegnato al filosofo canadese Charles Margrave Taylor (filosofo e docente emerito alla McGill Univeristy di Montréal, Canada) e al teologo africano Paul Béré (professore di Antico Testamento al Pontificio Istituto Biblico di Roma e all’Institut de Théologie dei Gesuiti di Abidjan).

Nel corso del discorso pronunziato in presenza dei membri della Fondazione vaticana Joseph Ratzinger-Benedetto XVI”, il pontefice attualmente assiso allo scranno petrino a proseguito nell’elogio del suo predecessore, definendolo un «teologo e pastore che non si è mai chiuso nell’ambito di una cultura puramente concettuale e disincarnata, ma ci ha dato l’esempio di una ricerca della verità in cui ragione e fede, intelligenza e spiritualità, sono continuamente integrate. Tutte le discipline e le arti concorrono in tal senso nel dare il loro contributo alla crescita dell’umano verso la sua pienezza. Questa, infine, si trova solo nell’incontro con la persona vivente di Gesù Cristo, il Logos incarnato, la rivelazione di dio che è amore».

Riguardo all’assegnazione del Premio Ratzinger al professor Taylor, il pontefice ha poi commentato:

«Nel corso della sua lunga vita di ricerca, insegnamento e azione, il professor Taylor ha spaziato in molti campi, ma in particolare ha dedicato l’impegno della sua mente e del suo cuore per comprendere il fenomeno della secolarizzazione nel nostro tempo. Ora, pochi studiosi si sono posti il problema della secolarizzazione con tanta ampiezza di sguardo quanto il professor Taylor. Gliene siamo grati, per la profondità con cui se lo è posto, analizzando con attenzione lo sviluppo della cultura occidentale, i movimenti dello spirito umano nel corso del tempo, individuando le caratteristiche della modernità nella loro complessa articolazione, nelle ombre e nelle luci».

Riguardo invece a Béré, Bergoglio ha affermato che si tratta del primo africano che riceve il Premio Ratzinger ed è uno stimato studioso della Sacra Scrittura.

«Con questo riconoscimento – ha proseguito il papa – sono lieto di esprimere il mio apprezzamento e il mio incoraggiamento a tutti coloro che si impegnano per l’inculturazione della fede in Africa con un contributo di studio originale e approfondito. Nei primi secoli del Cristianesimo l’Africa settentrionale ha dato alla Chiesa figure gigantesche come Tertulliano, Cipriano, Agostino, ma poi la diffusione dell’Islam e quindi secoli di colonialismo hanno impedito una vera inculturazione africana del messaggio cristiano fino alla seconda metà del secolo scorso. Perciò la teologia africana contemporanea è ancora giovane, ma appare dinamica e ricca di promesse. Il professor Béré ce ne dà un esempio lavorando sull’interpretazione dei testi dell’Antico Testamento in un contesto di cultura orale, mettendo così a frutto l’esperienza delle culture africane».

Concludendo l’incontro, Francesco ha affermato che: «Nella varietà delle culture, nel loro differenziarsi nel tempo e nello spazio, si può e si deve sempre cercare e trovare la via dell’accesso a dio e all’incontro con Cristo. Questo è stato ed è l’impegno del professor Taylor e di padre Béré, questa è la missione di tutti coloro che, seguendo l’insegnamento del teologo Joseph Ratzinger e papa emerito Benedetto XVI, si propongono di essere cooperatori della Verità».

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