ECONOMIA, analisi di scenario. 95ª Giornata mondiale del risparmio

La situazione in Italia e nel mondo alla luce dell’aumento dei tassi di interessi negli Usa deciso dalla Fed, un punto di partenza per un’analisi di scenario fatta a insidertrend.it da Emilio Rossi della Oxford Economics, che dei bassi tassi di interesse descrive anche la possibile «trappola»

Ieri è stata la 95ª Giornata mondiale del risparmio, incentrata quest’anno sul legame tra risparmio e sostenibilità. L’evento ha per altro praticamente coinciso con l’attesa pronuncia sulla riduzione del tasso di interesse della Federal Reserve statunitense (Fed), un taglio di ¼ di punto che ci fornisce un addentellato con la situazione europea.

Infatti, se a Washington – dove a differenza della Bce non sono indifferenti le pressioni di natura politica – per la terza volta in due mesi si è intervenuti sul saggio di riferimento fissandolo all’interno di una forbice aperta tra l’1,5% e l’1,75%, a Francoforte invece, all’indomani dell’insediamento di Christine Lagarde alla presidenza della Banca centrale europea (Bce), in un clima di incertezze è in atto un animato confronto su tassi di interesse e inflazione.

Bassi tassi di interessi possono essere un incentivo allo sviluppo dell’economia, poiché il denaro depositato in banca rende meno, tuttavia, questi stessi scarsi rendimenti oltre a penalizzare le rendite finanziarie metterebbero in difficoltà anche i fondi pensione.

Tuttavia bassi tassi d’interesse a lungo andare potrebbero anche drogare quella stessa economia, ma allora sarebbe forse più opportuno non tanto agire mediante politiche di bilancio espansive, quanto attraverso politiche strutturali di rilancio del sistema istituzionale efficientandolo.

Diverso il discorso negli Stati Uniti d’America, dove è stata confermata la determinazione a intervenire in sostegno della crescita economica del Paese, seppure l’attuale rallentamento registrato sia lieve.

In un contesto globale nel quale le incertezze sono in aumento l’autorità monetaria d’oltre Atlantico mette le mani avanti nel caso si trovasse costretta a intervenire.

Alcuni osservatori hanno letto negli atti e nelle parole dei vertici della Fed un prossimo intervento nel senso di un ulteriore taglio dei tassi entro la fine dell’anno, previsione che non vede del tutto concorde Emilio Rossi, analista della Oxford Economics che abbiamo interpellato allo scopo di fargli commentare gli ultimi sviluppi della situazione in campo economico.

Negli Usa i tassi di crescita sono bassi, seppure l’amministrazione Trump sia riuscita a mantenerli abbastanza elevati ricorrendo soprattutto alle politiche di bilancio,  creando però notevoli problemi per i prossimi anni per riportare in equilibrio il bilancio, gravato da un enorme deficit.

E poi le nubi che all’orizzonte si addensano sull’economia globale. Intanto quelle riconducibili al ciclo economico, che in quanto “ciclo” conosce fasi discendenti a seguito di quelle di crescita, poi quelle del protezionismo.

Le varie guerre dei dazi che Trump ha scatenato con la Cina, col Messico e con l’Europa entro il 2022 potrebbero addirittura provocare un dimezzamento del commercio internazionale, con evidenti impatti a livello globale.

Dietro la problematica della guerra dei dazi c’è quella della fine del multilateralismo, ma quando si ritorna al bilateralismo come strumento di regolamentazione tra i Paesi il sovranismo è dietro l’angolo, con tutti i rischi connessi.

L’altra incognita è quella relativa al global warming, il riscaldamento globale, che non si può pensare di risolvere in via bilaterale, soprattutto alla luce degli orientamenti in materia della casa bianca, con Trump che recentemente ha fatto uscire gli Usa dagli Accordi di Parigi sul clima.

L’articolata questione del riscaldamento globale è ancora più complessa di quella dei debiti pubblici eccessivi, dunque pensare di affrontarla – e tantomeno risolverla – attraverso parole d’ordine semplice appare puramente illusorio.

Di seguito è possibile ascoltare l’audio integrale dell’intervista con l’economista Emilio Rossi della Qxford Economics

A205 – ECONOMIA, GIORNATA MONDIALE DEL RISPARMIO E TASSI DI INTERESSE USA: un’analisi di scenario di EMILIO ROSSI, della Oxford Economics. La situazione in Italia e nel mondo alla luce dell’aumento dei tassi di interessi negli Usa deciso dalla Fed, un punto di partenza per un’analisi di scenario fatta a insidertrend.it da Emilio Rossi della Oxford Economics, che dei bassi tassi di interesse descrive anche la possibile «trappola». Le nubi che all’orizzonte si addensano sull’economia globale. Intanto quelle riconducibili al ciclo economico, che in quanto “ciclo” conosce fasi discendenti a seguito di quelle di crescita, poi quelle del protezionismo. Le varie guerre dei dazi che Trump ha scatenato con la Cina, col Messico e con l’Europa entro il 2022 potrebbero addirittura provocare un dimezzamento del commercio internazionale, con evidenti impatti a livello globale. Dietro la problematica della guerra dei dazi c’è quella della fine del multilateralismo, ma quando si ritorna al bilateralismo come strumento di regolamentazione tra i Paesi il sovranismo è dietro l’angolo, con tutti i rischi connessi. L’altra incognita è quella relativa al riscaldamento globale, che non si può pensare di risolvere in via bilaterale. Essa è ancora più complessa di quella dei debiti pubblici eccessivi, dunque pensare di affrontarla – e tanto meno risolverla – attraverso parole d’ordine semplici appare puramente illusorio.
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