VATICANO, Archivio segreto. Bergoglio ne dispone il cambiamento del nome

Giochi di parole Oltre Tevere: il termine «secretum» viene frainteso dall’uomo medio di oggi, che tende a colorarlo di sfumature ambigue e negative, meglio chiamarlo «apostolico»

Con una lettera apostolica in forma di Motu proprio il pontefice ha disposto che all’Archivio segreto vaticano venga mutata la denominazione in «Archivio apostolico vaticano».

In un suo discorso, dopo averne ripercorso la storia Francesco ne ha rammentato il «lungo servizio reso alla Chiesa, alla cultura e agli studiosi di tutto il mondo» che «ha sempre guadagnato all’Archivio segreto vaticano stima e riconoscenza, tanto più crescenti da Leone XIII ai nostri giorni, sia in ragione delle progressive aperture della documentazione resa disponibile alla consultazione che dal prossimo 2 marzo 2020 si estenderà fino al termine del pontificato di Pio XII, sia in ragione dell’aumento di ricercatori che sono quotidianamente ammessi all’Archivio medesimo e aiutati in ogni modo nelle loro ricerche».

Bergoglio ha voluto inoltre sottolineare l’importanza del cambio del nome.

«Finché perdurò la coscienza dello stretto legame fra la lingua latina e le lingue che da essa discendono – ha osservato -, non vi era bisogno di spiegare o addirittura di giustificare il titolo di Archivum Secretum. Con i progressivi mutamenti semantici che si sono però verificati nelle lingue moderne e nelle culture e sensibilità sociali di diverse nazioni, in misura più o meno marcata, il termine «secretum» accostato all’Archivio vaticano cominciò a essere frainteso, a essere colorato di sfumature ambigue, persino negative. Avendo smarrito il vero significato del termine secretum, e associandone istintivamente la valenza al concetto espresso dalla moderna parola «segreto», in alcuni ambiti e ambienti, anche di un certo rilievo culturale, tale locuzione ha assunto l’accezione pregiudizievole di nascosto, da non rivelare e da riservare per pochi. Tutto il contrario di quanto è sempre stato e intende essere l’Archivio segreto vaticano».

“La Chiesa  non ha paura della storia – ha quindi inteso ribadire il papa -, anzi la ama, e vorrebbe amarla di più e meglio, come la ama Dio», parole che hanno quindi preluso alla disposizione di Sua Santità Francesco:

«Da ora in poi l’attuale Archivio segreto vaticano, nulla mutando della sua identità, del suo assetto e della sua missione, sia denominato Archivio apostolico vaticano. Riaffermando la fattiva volontà di servizio alla Chiesa e alla cultura, la nuova denominazione mette in evidenza lo stretto legame della Sede romana con l’Archivio, strumento indispensabile del ministero petrino, e al tempo stesso ne sottolinea l’immediata dipendenza dal Romano Pontefice, così come già avviene in parallelo per la denominazione della Biblioteca apostolica vaticana».

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