ULTRÀ (2), mutazione genetica. Dal ribellismo dei gruppi al dominio della criminalità organizzata nelle curve

Come è cambiata la realtà del tifo organizzato in Italia: un tempo lo stadio era anche aggregazione di fasce emarginate della società e luogo di sfogo del ribellismo, oggi, anche grazie alla crescita esponenziale dei profitti del calcio, terreno di conquista da parte delle mafie. A insidertrend.it parla Claudio Fava, già vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia

Oggi non si tratterebbe più di un fenomeno riconducibile ad alcune tifoserie del Sud, poiché il controllo esercitato dalle organizzazioni criminali sul tifo organizzato (e in generale sul business in vario modo legato al modo del calcio) interesserebbe anche numerosi club del resto del Paese.

Il controllo del tifo oltre a produrre effetti diretti sul piano dell’arricchimento – ingressi omaggio allo stadio, bagarinaggio, merchandising, assunzione degli steward, eccetera -, pone nelle mani delle organizzazioni criminali anche degli efficaci strumenti di pressione nei confronti delle società.

Non solo, si rifletta a come si possa condizionare il rendimento di un singolo calciatore, oppure come si possa in maniera esogena incidere sulla sua quotazione sul mercato o sulle sue possibili cessioni ad altri club.

Si pensi agli incidenti provocati surrettiziamente da alcune frange stremiste del tifo al solo scopo di ricattare le società sportive per poi ricavarne benefici di natura economica.

Il fenomeno si è andato espandendo a causa della compiacenza manifestata da alcuni dirigenti delle società calcistiche, che hanno tollerato o fatto finta di non vedere cosa stava realmente accadendo nelle curve degli stadi dove giocavano le loro squadre, instaurando a volte addirittura relazioni umane con queste frange, legittimando così il loro operato.

Negli ultimi tempi si sono verificate vere e proprie infiltrazioni della criminalità organizzata nei gruppi ultras. La Commissione antimafia ha avuto modo di appurare come i personaggi implicati in queste vicende fossero perfettamente riconoscibili, in quanto noti o comunque in possesso di pedigree criminali di vaglia, ovvero ancora in ragione dei loro legami familiari che riconducevano a clan e cosche.

Non esisterebbero “zone franche”, poiché anche il calcio rappresenta una preziosa fonte di lucro, sulla quale le mafie hanno iniziato a lavorare scientificamente. Il settore di intervento maggiormente strutturato è quello del business commerciale, le attività economiche sviluppatesi ai margini dell’attività sportiva vera e propria che, a partire da un certo momento, il crimine organizzato ha preteso di gestire sottraendole con la minaccia o il ricatto alle società.

Altre espressioni del fenomeno mafioso nel calcio attengono al mero predominio del territorio (fisico) di uno stadio ma anche di quartieri di una città, per il cui conseguimento certi scontri tra tifoserie nemiche sono risultati soltanto strumentali. Si pensi a quei casi dove le azioni di guerriglia urbana erano finalizzate esclusivamente a colpire (o lanciare un avvertimento) alle forze dell’ordine.

Si tratta di avvenimenti molto più grandi di quelli che potevano verificarsi al tempo della morte di Vincenzo Paparelli, quando a essere padroni delle curve erano dei gruppi ultras la cui azione veniva animata in buona parte dal ribellismo quando non dalla pratica della violenza politica introdotta negli stadi.

Quali strade ha imboccato nel XXI secolo l’epica dell’universo ultras italiano? Il calcio è divenuto come uno dei tanti cantieri edili appaltati a imprese vicine o colluse con le mafie, dove gli appetiti della criminalità organizzata – anche estera – vengono soddisfatti attraverso la prevaricazione?

Mutano dunque le mappe genetiche dei gruppi ultras, lo fanno alla luce del fatto che ormai non esistono più «diritti di esclusiva» sulle curve se non quelli legati alle capacità dei gruppi organizzati di esercitarvi un controllo egemone.

 

A200 – SOCIETÀ, TIFO ORGANIZZATO: LA MUTAZIONE GENETICA. Le infiltrazioni criminali nei gruppi ultras 2.0 e i business del mondo del calcio di oggi.

A insidertrend.it parla CLAUDIO FAVA, già vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia e attualmente consigliere alla Regione siciliana, dove ricopre la carica di presidente della Commissione antimafia regionale.

Come è cambiata la realtà del tifo organizzato in Italia: un tempo lo stadio era anche aggregazione di fasce emarginate della società e luogo di sfogo del ribellismo, oggi, anche grazie alla crescita esponenziale dei profitti del calcio, terreno di conquista da parte delle mafie.

Quali strade ha imboccato nel XXI secolo l’epica dell’universo ultras italiano? Il calcio è divenuto come uno dei tanti cantieri edili appaltati a imprese vicine o colluse con le mafie, dove gli appetiti della criminalità organizzata – anche estera – vengono soddisfatti attraverso la prevaricazione?

Mutano dunque le mappe genetiche dei gruppi ultras, lo fanno alla luce del fatto che ormai non esistono più «diritti di esclusiva» sulle curve se non quelli legati alle capacità dei gruppi organizzati di esercitarvi un controllo egemone.

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