Il capo di stato maggiore delle Forze di difesa israeliane (IDF), generale Aviv Kohavi, il 23 ottobre scorso ha reso noto il piano pluriennale elaborato al fine di rendere le Forze di difesa israeliane maggiormente efficaci, veloci, meglio addestrate allo scopo di contrastare le attuali minacce poste allo Stato ebraico dai suoi nemici.
Gli stanziamenti in bilancio dovrebbero venire utilizzati nella dotazione alle unità di Tsahal di migliori sistemi d’arma ed equipaggiamenti e, al contempo, migliorare il sistema di difesa aerea e anti-missile.
Una decisione – secondo i vertici militari di Gerusalemme – resa improcrastinabile dalla situazione nei settori settentrionale e meridionale, divenuta oltremodo tesa e precaria, al punto di rischiare di degenerare in un conflitto.
Alla luce di tale contesto strategico, attraverso l’applicazione del cosiddetto piano «Tenufa» verranno stanziati ingenti finanziamenti per lo sviluppo di nuovi sistemi d’arma, in particolare di UAV/UCAV (velivoli senza pilota per la raccolta di informazioni o da combattimento), l’acquisizione di un gran numero di missili di precisione dagli Usa e lo schieramento in linea di ulteriori batterie di difesa aerea e anti-missile.
Per quanto concernerà le forze terrestri, il focus verrà concentrato anche sulle attività di combattimento in aree urbanizzate, poiché si ritiene che gli impieghi dell’esercito in futuro saranno prevalenti in contesti del genere piuttosto che in scontri di grandi unità in campo aperto. A tale fine sono ormai da tempo in programma specifiche esercitazioni.
Nel nuovo quadro strategico è stato identificato un nemico principale regionale. In realtà non si tratta di una novità, poiché è l’Hezbollah libanese, potente e organizzata milizia sostenuta dall’Iran, la potenza regionale avversaria di Israele.
Hezbollah, reduce da un conflitto combattuto “su procura” di Teheran e Damasco contro gli jihadisti dell’Isis in Siria, nella sua patria (il Paese dei cedri) manterrebbe attivo un proprio arsenale comprendente 130.000 tra razzi e missili, tutte armi in grado di essere utilizzare per attaccare i siti strategici e centri urbani israeliani.
Gli analisti strategici di Tsahal ritengono dunque vitale un’azione di rapida debellatio della milizia sciita libanese onde evitare che essa possa trovarsi nelle condizioni di attaccare il territorio israeliano.
Queste capacità non potranno però prescindere dal miglioramento della capacità dell’Intelligence militare (Aman) di individuare gli obiettivi in territorio nemico, sfruttando nuovi asset dedicati ed elementi tratti dai vari corpi e reparti di tutte le forze armate, concentrando poi il training sulle specifiche missioni di combattimento di volta in volta necessarie.
La competenza su tali attività di intelligence sarà devoluta a una task force composta da Aman, dall’aeronautica e dalle strutture dei tre comandi regionali dell’IDF.
Secondo le indiscrezioni rese note dal giornalista Judah Ari Gross mediante il suo articolo pubblicato oggi dal quotidiano Online “Time of Israel”, lo stato maggiore sarebbe intenzionato all’acquisto di altri velivoli a pilotaggio remoto Hermes-450, UAV di medie dimensioni impiegabile sia nella raccolta di informazioni che nelle azioni di attacco con missili di precisione.
Tuttavia, se sul piano strettamente strategico il piano pluriennale «Tenufa» risponde alle esigenze difensive israeliane emerse dalle esperienze maturate in questi ultimi anni, va però rilevato che esisterebbero delle incertezze riguardo alle modalità del suo finanziamento, soprattutto alla luce della mancata approvazione da parte del ministero delle finanze del necessario aumento dello stanziamento alla voce “difesa” nel bilancio dello Stato ebraico.
Le misure previste dallo stato maggiore, che interesseranno lo strumento difensivo israeliano nei prossimi cinque anni, troveranno applicazione – almeno formalmente – nel gennaio 2020, seppure le IDF si siano riproposte di porre in atto alcune di esse già prima di allora.