LIBIA, guerra e petrolio. Haftar tranquillizza l’Occidente: nessuna interferenza con la produzione

Positiva la reazione degli operatori del settore; Marsiglia (FederPetroli Italia): «Le parole del generale sono le uniche che a oggi favoriscono l’indotto internazionale»

Alcuni giorni fa attraverso la stampa internazionale il generale Khalifa Haftar (nemico del presidente Fayez al-Serraj nella guerra civile libica) ha dichiarato che eventuali avanzate sulla città di Tripoli non interferiranno con la produzione e le politiche petrolifere del Paese nordafricano, auspicando anche l’eventuale candidatura di Saif al-Islam – il figlio di Gheddafi divenuto manager nell’Oil & Gas –  alle prossime elezioni.

A seguito di queste affermazioni, il commento di Michele Marsiglia, presidente di FederPetroli Italia, è stato che: «A oggi le parole di Haftar sono le uniche che fanno intravedere un interesse per il core-business libico, ovvero la produzione petrolifera. Le nostre impressioni non sono da intendersi nel senso di una sponsorizzazione per l’una o l’altra parte coinvolta nel delicato conflitto libico, ma certamente apprezziamo chi, a oggi, è stato l’unico a pronunciarsi sulla situazione della produzione petrolifera nel Paese».

Il generale Haftar ha recentemente sostenuto la candidatura di Saif al-Islam alle prossime – ma la data è come minimo incerta – elezioni politiche in Libia. «Esse non costituiscono un ostacolo – ha sottolineato al riguardo – e ben venga come libero cittadino libico».

«Certamente – ha concluso il presidente di FederPetroli Italia -, auspichiamo, come per altro già affermato tempo fa, un ritorno sulla scena di Saif al-Islam. Il nostro auspicio si basa su una trascorsa esperienza in un’era pre-conflitto, quando la Libia e l’industria energetica internazionale viaggiavano a pieno regime. Noi proseguiamo sulla nostra road map. Nelle prossime settimane avrà luogo una riunione con parte delle aziende del bacino Mediterraneo coinvolte nello sviluppo industriale ed energetico libico. Non possiamo fermarci, la Libia oggi, ancora più di ieri, è un Eldorado petrolifero e le aziende statali di Tripoli continuano a investire. Ber venga, dunque, la partecipazione a nuovi business, dove imprese italiane e del Mediterraneo saranno appaltatrici nello sviluppo del Paese nordafricano».

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