Ad una settimana dall’inizio dell’offensiva turca contro i curdi, possiamo fare un primo bilancio della crisi siriana e stabilire chi sono i vincenti e i perdenti.
I VINCENTI: TURCHIA, RUSSIA E SIRIA
La Turchia perché seppure con maggiori difficoltà di quelle previste, stabilisce una testa di ponte all’interno della frontiera siriana sottraendola alle milizie curde di cui temeva il consolidamento geo-politico.
La Russia, perché va ad occupare un ruolo di grande rilievo anche nel teatro mediorientale, nel quale si era sempre mossa sottordine. La staffetta tra i soldati russi e quelli statunitensi nelle città curdo-siriane è emblematica del nuovo corso.
La Siria, perché grazie al supporto russo può tornare a rivendicare l’intangibilità delle proprie frontiere. Dopo l’accordo tattico con i curdi, i soldati governativi sono tornati sulla frontiera nord-orientale del Paese e in futuro potranno rivendicare quell’area.
Si tratta di un quadro che rafforza Erdogan, Putin e Assad, che presso le loro opinioni pubbliche appaiono leader risoluti e capaci di gestire le crisi.
I PERDENTI: USA, EUROPA E CURDI
I curdi vedono a rischio il progetto politico messo a punto nel Rojava. Subiscono il “tradimento” degli Usa, ma pragmaticamente riescono a trovare un accordo tattico con Damasco che almeno li mette in condizione di difendersi.
Perde l’Unione Europea che nella crisi siriana si rivela ancora una volta un gigante economico e un nano politico. L’Europa non riesce a parlare una sola lingua per via del fatto che ciascun Paese ha un diverso rapporto con la Turchia.
L’Europa pensava che Erdogan risolvesse il problema dei flussi immigratori e per questo l’ha finanziato. Il “vecchio continente” è destabilizzato dal fatto che gli Usa non siano più i “gendarmi del mondo” e tarda a farsene una ragione.
Perdono gli Usa perché dopo aver appoggiato le milizie curde in funzione anti-Isis hanno considerato ottimisticamente esaurito il loro compito, ritirato le truppe e dato sostanzialmente luce verde all’attacco della Turchia.
TRUMP DIMENTICA SPIDERMAN
Uno che vince in casa, ma perde fuori è Donald Trump. In casa si mostra fedele al suo “American first” e laddove non ci siano interessi diretti degli Usa da tutelare, ritira le truppe limitandosi a combattere guerre economiche.
Trump, dimentica però l’assioma di Spiderman, secondo cui “da un grande potere derivano grandi responsabilità” e quella sui curdo-siriani è una scelta che mina anche la credibilità e il ruolo internazionale degli Usa.