VATICANO, Segreteria di Stato. Nuovo responsabile della formazione dei nunzi apostolici

Lo statunitense Joseph Marino prende il posto dell’arcivescovo Gloder, inviato in qualità di nunzio apostolico a Cuba. La nomina di Marino rappresenterebbe comunque una novità nel mondo diplomatico di oltre Tevere, e confermerebbe il rinnovamento interno alla Santa Sede avviato da questo pontefice attraverso una serie di nomine alla Segreteria di Stato

Il nuovo presidente della Accademia ecclesiastica, la cosiddetta «scuola degli ambasciatori vaticani» è un americano di Birmingham, nell’Alabama. L’arcivescovo Joseph Marino che fino a oggi svolgeva la funzione di nunzio in Malesia, prende il posto dell’arcivescovo Giampiero Gloder, destinato al medesimo incarico a Cuba.

Non è la prima volta che un non italiano (seppure italo-americano) viene posto alla guidare dell’Accademia. Infatti, di recente si ricordano gli arcivescovi Mullor Garcia e Rauber (oggi cardinale), mentre in passato a dirigerla era stato anche Merry del Val, divenuto in seguito segretario di Stato.

Secondo alcuni vaticanisti, la nomina di Marino rappresenterebbe comunque una novità nel mondo diplomatico di oltre Tevere, e confermerebbe il rinnovamento interno alla Santa Sede avviato da questo pontefice attraverso una serie di nomine alla Segreteria di Stato.

Sacerdote dal 1979, l’arcivescovo Marino ha iniziato la sua carriera diplomatica nel 1,988 presso la nunziatura delle Filippine, poi, dal 1991 al 1994 ha ricoperto l’incarico in Uruguay, Nigeria (dal 1994 al 1997), e nei Balcani (1997), servendo anche a Belgrado nel periodo del conflitto in Cossovo.

Egli fece anche parte della delegazione guidata dal cardinale Pio Laghi inviata nel 2003 alla Casa Bianca prima della Seconda guerra del golfo al fine di tentare di evitare l’attacco americano.

Nominato nunzio nel 2008, è stato quindi destinato dapprima alla nunziatura del Bangladesh, dove ha servito dal 2008 al 2013, e poi, a partire dal 2013, in Malesia e Timor Est, nonché delegato apostolico in Brunei.

Oggi viene chiamato a guidare la Pontificia Accademia Ecclesiastica, organo della Segreteria di Stato di importanza fondamentale per la Chiesa cattolica romana.

Il presidente ha il compito di reclutare annualmente una dozzina di sacerdoti da immettere alla missione diplomatica della Santa Sede; di accogliere e seguire tutti gli alunni e di organizzarne il corso formativo interno.

Egli gestisce inoltre il personale religioso presente nella casa che ha sede in piazza della Minerva a Roma e dove operano un gruppo di suore e dei laici.

Marino si troverà a dover fare i conti con uno dei più gravi problemi della Chiesa moderna: la crescente carenza di vocazioni, che ha messo in crisi anche la prestigiosa Accademia.

Infatti, ci sono sempre meno vescovi che presentano come candidati e, dunque, si iniziano a verificare carenze di organici che non permettono la copertura di tutte le nunziature sparse per il mondo.

L’arcivescovo Giampiero Gloder, nuovo nunzio apostolico a Cuba, sostituirà l’arcivescovo Giorgio Lingua, che per volere di Bergoglio verrà destinato a ricoprire l’ufficio nella cattolica Croazia, seppure allo stato attuale nessuna conferma ufficiale sia pervenuta riguardo alla sua nomina.

Nato nel 1958 ed entrato al servizio diplomatico della Santa Sede nel 1992, l’arcivescovo Gloder è stato inviato in missione nel Guatemala dal 1992 al 1995, per poi essere richiamato presso la Segreteria di Stato, dove ha lavorato nella sezione affari generali fino a diventare, nel 2009, capo ufficio con incarichi speciali.

Dal 21 settembre 2013 è presidente della Pontificia Accademia Ecclesiastica, mentre dal 20 dicembre 2014 è anche vice-camerlengo. Nel caso la nomina venisse confermata, Gloder non dovrebbe mantenere quest’ultimo incarico, che quindi, con ogni probabilità per il momento non verrà assegnato.

Per lui si tratterebbe di un primo incarico da nunzio in un Paese cruciale che, nel recente passato, ha visto la presenza di elementi di livello della vaglia delle eminenze Angelo Becciu e Beniamino Stella.

L’importanza di Cuba, paese comunista nel dopo-Castro, è più che evidente, esso permane sempre nelle attenzioni della Santa Sede, costante testimoniata dai risultati conseguiti dalla diplomazia vaticana negli ultimi anni, dal lavoro di mediazione per il ripristino delle relazioni tra Cuba e gli Usa, all’incontro con il patriarca ortodosso russo Kirill all’Avana. Lo stesso papa Francesco si è recato due volte a Cuba.

Infine, non va dimenticato che il prossimo anno verranno celebrati gli ottantacinque anni di relazioni diplomatiche intercorrenti tra Cuba e la Santa Sede.

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